La qualità di Trenitalia lascia a terra i ciclisti

di Renzo Moser

I lanci di agenzia, a volte, riservano gustose sorprese e una ironia che sembra studiata a tavolino, più che il frutto del caso. Sentite questa.
Primo lancio, ore 17.14 e 10 secondi: «FERROVIE: TRENTINO; SOPPRESSI TRENI PER MANCANZA PERSONALE».
Secondo lancio, ore 17.14 e 26 secondi: «FS: MORETTI - TRAFFICO VA BENISSIMO, 2,5 MLN A SETTIMANA GRAZIE A QUALITÀ».
Chissà, forse la qualità richiamata dall’ad delle Ferrovie non riguarda il Trentino. Perché non riesco a trovare tracce di qualità nella cancellazione degli unici collegamenti diretti tra Bolzano e Roma, o nella sciagurata gestione dei treni della Valsugana, che in questi giorni vengono soppressi di continuo con motivazioni che lasciano di stucco: mancanza di personale. Alla faccia della programmazione.
Ma c’è una cosa che mi fa arrabbiare ancora di più.
Continuiamo a ricevere, all’Adige, lettere di ciclisti imbufaliti. Imbufaliti perché, percorrendo la bella ciclabile della Valsugana, una volta giunti a Bassano diventa un’odissea tornare indietro in treno. O i posti non ci sono, o le bici non vengono accettate, o i treni, semplicemente, sono stati cancellati. Bene: immaginate un gruppo di turisti stranieri che arriva in Valsugana attirato anche dalla possibilità di pedalare in libertà.
È una forma di turismo che sta prendendo sempre più piede e che ha grandi potenzialità.
Immaginate con che spirito se ne tornerà a casa dopo una di queste disavventure così frequenti. Immaginate che bella pubblicità farà al Trentino e alla pista della Valsugana, magari scrivendo recensioni su quei siti specializzati che sono il vero volano per questo tipo di offerta turistica.
Avete mai fatto la Dobbiaco-Lienz? Pensate che sia così difficile organizzare un servizio di trasporto bici in treno come quello?

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