Dopo la strage norvegese torna la teoria del complotto mondiale, ma è solo funzionale a far crescere l'odio verso gli stranieri

di Fabrizio Franchi

La strage in Norvegia ha scatenato una ridda di ipotesi, tesi e idiozie. In molti hanno dato libero sfogo alle più incredibili stramberie, riversando sui giornali e nella rete una valanga indigeribile, uno sciocchezzaio in cui si mescolano le solite tesi del “grande complotto mondiale” con oscuri tentativi “sionisti” israeliani di voler fermare la Norvegia e aggiungendovi la Cia che nelle tesi dei complotti ci sta sempre bene, un’organizzazione pronta sempre a fare attentati. Aggiungiamoci poi quel variegato mondo di estrema destra - a cui Anders Behring Breivik appartiene - che sta cavalcando in queste ore le contraddizioni di questo assassino: era cattolico, ma anche massone; è forse gay, ma antiislamico, è un puritano ma andava a puttane. Insomma, un delirio vero e proprio. 

Poi gli italiani ci mettono del loro, con un vero carico da novanta. Vittorio Feltri e Mario Borghezio su tutti, con Feltri che è indignato perché i morti di Utoya non si sono comportati da eroi. 

Parole che messe tutte assieme, se fino a qualche settimana fa parevano i vaniloqui di qualche ubriaco da bar, oggi, con 76 giovani vite stroncate assumono tutto un altro contorno. Fino a qualche giorno fa ci sarebbe stato da ridere, oggi c’è da piangere e oltraggiano ancor di più quei giovani. Un vero e proprio vilipendio di cadavere. 

Non che il potere non si organizzi e non cerchi di compiere degli atti funzionali alla propria sopravvivenza, ma pensare che esista un gruppo di persone che segretamente sia capace di convincere un biondo ariano a aderire a delle organizzazioni neonaziste e poi a imbracciare un fucile e sparare uccidendo a più non posso e tutto perché in questo modo si possa creare un’ondata di indignazione contro l’estrema destra europea o peggio ancora perché così si possono mettere in difficoltà accordi mondiali sulle risorse energetiche fa ridere, ma c’è solo da piangere. Tanto più che quando uno si infila nei labirinti idioti del “complottismo” non ne esce più, anche se viene smentito a ogni passaggio. come per esempio è successo lunedì. Le prime tesi complottistiche volevano dimostrare che tutto era preordinato perché tra i morti non c’erano persone importanti, come per esempio i figli del premier norvegese, Jens Stoltenberg o l’ex premier Gro Harlem Brundtland. Poi, guarda un po’, si scopre che tra i morti c’è Trond Berntsen, fratellastro della principessa Mette Marit. Ma che sbadato questo Breivik: ha ucciso anche dei vip!

E tra i deliri italiani non c’è solo il complottismo, ma sono significativi di un certo clima. 

Vittorio Feltri in un editoriale su “Il Giornale” lunedì ha rasentato una follia lucida: “C’è da chiedersi comunque perché il pluriomicida non sia stato minimamente contrastato dal gruppo destinato allo sterminio [...] Se in 50 si lanciano insieme su di lui, alcune persone di sicuro vengono abbattute, ma solo alcune, e quelle che, viceversa, rimangono illese (mettiamo 30 o 40) hanno la possibilità di farlo a pezzi con le nude mani. Ci rendiamo conto. Cose così sono facili da scrivere, standosene qui seduti alla scrivania, e molto più difficili da praticare sul campo mentre echeggiano gli spari e decine di corpi cadono a terra senza vita. Ma è incredibile come, in determinate circostanze, ciascuno pensi soltanto a salvare se stesso, illudendosi di spuntarla, anziché adottare la teoria più vecchia (ed efficace) del mondo: l’unione fa la forza. [...] Evidentemente l’uomo non ha, o forse ha perso nei secoli, l’abitudine e l’attitudine a combattere in favore della comunità della quale pure fa parte. In lui prevalgono l’egoismo e l’egotismo. Non è più capace di identificarsi con gli altri e di sacrificarsi per loro, probabilmente convinto che loro non si sacrificherebbero per lui”. ( qui l'articolo completo )

Ma pensa te. Tutta colpa dell’egoismo, norvegese in particolare, se si sono fatti massacrare come agnelli al macello. E che diamine, potevano ribellarsi. La prossima volta che c’è uno che sta facendo una strage chiamiamo Feltri che così spiegherà lui a gente in fuga come fermare a mani nude un assassino. O no? No, perché lui sta alla scrivania... Feltri, con altre parole, sta dicendo le stesse cose di Breivik che accusava i norvegesi di non lottare e di farsi sopraffare. 

Poi, a svettare su tutti c’è il torinese Mario Borghezio che ha detto di apprezzare le idee di Breivik. Si è scandalizzato persino Roberto Calderoli che ne ha preso le distanze, il quale però forse non sa da dove viene Borghezio (negli anni ’60 apparteneva all’area neonazi di Ordre Nouveau) e chi continua a frequentare tutt’oggi. Ma soprattutto non sa che nella sua Lega Nord certe idee contro il multiculturalismo e la società multietnica sono il brodo di coltura su cui è cresciuto il mito celtico e pagano della Padania che sta alimentando un razzismo nordico, celato al momento nella sua pancia. Razzismo comunque evidente, tanto che l’altro giorno su Radio Padania ci ironizzavano persino: “Non c'è più tempo per continuare la trasmissione perché il regista mi dice che deve andare a comprare 6 tonnellate di fertilizzante”, con chiaro riferimento all’attentato compiuto da Beirvik in centro a Oslo. Ci diranno che queste erano ironie. Sai che risate si stanno facendo i famigliari di 76 morti...

E’ questo humus che concima anche le teorie del complotto sionista. Basta bazzicare un po’ di siti che fanno riferimento all’estrema destra, ma basterebbe leggere la posizione di Forza Nuova ( vedi qui ). Accomunati comunque a sinistra da Megachip sito dell’ex comunista Giulietto Chiesa ( leggi ). 

A fine agosto il mondo dell’estrema destra si ritrova in un campo estivo a Roccamorice, in provincia di Pescara, dove sicuramente questi temi troveranno la loro esaltazione, in un crescendo parossistico in cui si vedono nemici dietro ogni angolo, soprattutto se hanno la pelle nera. 

Sia ben chiaro, non è che nel mondo non ci sia chi si organizza per compiere azioni abbiette, ma solitamente nessun segreto resta custodito troppo a lungo ed è per questo che anche se non conosciamo i contorni definiti e i nomi degli assassini, riusciamo sempre a conoscere i contesti storici di ogni brutta storia in ogni parte del mondo. Così come è molto probabile che Beirvik non abbia fatto tutto da solo, ma immaginarsi Obama o Putin o Israele che si trovano a tavolino e concertano azioni simili è come dire che i Visitors esistono davvero e sono tra noi.

La semplice e dura verità l’ha scritta probabilmente Ross Douthat, columnist del New York Times: “Gli estremisti si rafforzano quando un sistema politico fa finta che questi non esistano" ( il blog di Douthat ) . 

Ed è forse la frase più dura contro il lassismo del potere politico di fronte agli estremisti neonazisti che crescono in Europa e che ci vorrebbero tutti ariani, bianchi, antiisraeliani e legionari pronti a combattere contro il semita e l’extracomunitario. Ma è un pericolo che si preferisce ignorare mentre l’odio attecchisce in tutta Europa. Non siamo nella Germania del ’33. Non ancora. Anche se qualche imbecille alla Beirvik lavora per farmi credere che essendo io bianco e nordico sono meglio di qualsiasi extracomunitario. 

A questi imbecilli bisognerebbe dire: stai attento, c’è sempre qualcuno che è nato più a nord di te. 

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