Quorum raggiunto. La seconda sberla a Berlusconi  che ormai è non è più collegato con il sentire comune del Paese

di Fabrizio Franchi

Quorum raggiunto. Contro ogni previsione, contro ogni profezia di sventura, contro ogni bossi-berlusconi, quegli strani gremlins aggrappati a governi ormai scollegati dal sentire comune.

E' stata la vittoria della democrazia, la vittoria di cittadini stanchi di essere trattati come bambini da vecchi governanti impegnati nel bunga-bunga, vecchi ma senza quella saggezza che viene dall'avere i capelli bianchi. Anzi, con quella vecchiaia brutta che li obbliga alla badante.

Il vento in Italia è davvero cambiato. Non è questione di destra o di sinistra. E non tutti quelli che sono andati alle urne erano d'accordo con i referendum. Io stesso non ho votato quattro sì, ma volevo, come la stragrande maggioranza dei miei concittadini, ribadire la validità dello strumento referendario. Volevo contare. Dunque è stata anche la vittoria di una nuova mobilitazione, di moltissimi giovani che hanno trovato un senso nella “presa di parola”. E' stata la vittoria dei social network contro la tv generalista dei minzofede. La censura televisiva non è più sufficiente a oscurare le idee.Oggi decine di milioni di italiani consultano quotidianamente i social network e nessun Tg1 può più pensare di cancellare le notizie.

Fino a pochi anni fa c'era la lamentazione sulla partecipazione dei giovani, sull'inutilità dei referendum. Ecco invece che in un mese in Italia sono stati ribaltati tanti stereotipi.

Sono stati battuti partiti che in Parlamento avevano la più grande maggioranza della storia repubblicana. Perché ora, comunque la si giri, questa sconfitta nei referendum è una sconfitta tutta del governo e delle sue leggi. Ma anche del presidente del consiglio a cui il 57% di italiani ha detto chiaro che non può considerarsi extra legem o sopra legem. Se la magistratura lo chiama a processo deve presentarsi in aula, ne più ne meno come un italiano qualsiasi. E se consideriamo che ormai l'astensionismo è collocato stabilmente tra il 25 e il 30% dei votanti significa che una minoranza segue Berlusconi.

Avevo scritto tempo fa che non si doveva ironizzare sulle paure, come quella del nucleare. La paura è un sentimento che ognuno di noi ha e la politica non può passarci sopra come fosse un relitto. Si è votato anche per paura, anche per la paura che ci togliessero il diritto all'acqua. Solo dei ricchi annoiati potevano ignorare questi sentimenti. E quei vecchi ricchi annoiati che si sono dedicati più ai lifting che alla politica sono stati puniti.

Vecchi governanti – ancora per poco - che non sanno nemmeno più che milioni di giovani sono costretti alla precarietà e sono convinti che basti una loro frase per convincere gli italiani a fare quello che suggeriscono. Il governo si è ormai dimostrato bollito, perso dietro a promesse che si rincorrono da 17 anni e mai mantenute (nemmeno una. Ricordate: i posti di lavoro, le tasse, le infrastrutture), perso dietro a promesse ridicole e antistoriche come quelle della Padania.

Dopo la prima sberla delle amministrative ora è arrivata la seconda sberla. La valanga referendaria sta per arrivare in Parlamento e dimostrerà chiaramente come il distacco dal comune sentire di questo governo lo abbia reso un organismo senza più forza propulsiva. Un governo che imploderà, perché il suo capo ha dimostrato di essere diventato da Re Mida che tutto trasformava in oro a Medusa che tutto pietrificava. E troppi parlamentari non vorranno affondare con lui pietrificati dal voto popolare. E se il centrodestra non vorrà perdere le prossime elezioni dovrà trovare subito e bene una uscita dal berlusconismo, perché anche gli italiani di centrodestra sono stanchi di barzellette, di escort minorenni e di insulti.

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