Elezioni nazionali, con il governo a giudizio‏

di Paolo Micheletto

Voto terremoto a Milano, dove il candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia supera il sindaco uscente Letizia Moratti, sostenuta dal Pdl, di ben sette punti. E' questo il primo esito importante, anzi quasi incredibile, delle elezioni amministrative che hanno portato alle urne 13 milioni di italiani. Il voto a Milano aveva assunto un interesse nazionale, considerato anche l'impegno diretto del premier Berlusconi. Arriva già un segnale negativo contro il governo? Si può dire di sì: uno stop ad una campagna elettorale cattiva e alla mancanza di programmi.
Per quanto riguarda le altre città, Piero Fassino ha vinto al primo turno a Torino (e questo era prevedibile), come Merola a Bologna (un risultato già meno sicuro alla vigilia). Risultati dal grande impatto, così come va studiato il ballottaggio di Napoli, dove il candidato sindaco del Pdl si troverà di fronte l'ex magistrato De Magistris.
Attenzione, nei giudizi. Se - come è vero - ci si deve concentrare su Milano, il Pdl si trova davanti al bivio: o cambia - e si mette a governare - o perde. O recupera i moderati - ed è un dato curioso, di fronte all"estremista" Pisapia - o non passa. Certo che le dichiarazioni della Santanché ("Se vince Pisapia vince la droga") fanno pensare che la lezione non è stata capita.
Il Trentino non ha partecipato alla ricca tornata amministrativa ma non può non prendere atto che il vento del Nord ora soffia un po' meno dalle parti della Lega e del Pdl. Il futuro politico ruota anche dalla tenuta dei rapporti tra Berlusconi e Bossi, parecchio infastidito dal caso Milano e dal flop del Carroccio. Se Silvio e Umberto non legano, salta la maggioranza e pure l'accordo per le prossime elezioni, tra cui le provinciali del Trentino del 2013.

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