Da Zapatero a Westerwelle, i cinquantenni pensano alla pensione. Ma non in Italia

di Paolo Micheletto

Alcuni esempi, dall'Europa più vicina ma anche dal resto del mondo più civile. Josè Zapatero a 50 anni ha annunciato per non si ripresenterà alle prossime elezioni politiche di Spagna, perché non "si può essere un buon centravanti per sempre"; il tedesco Guido Westerwelle a 49 anni lascia la guida dell'Fdp al trentottenne Philipp Roesler (che tra l'altro è un orfano di Saigon, benedetta Germania); Tony Blair ha 58 anni ma è out da cinque; Barack Obana se vincerà le elezioni del 2012 a 55 anni sarà uno splendido pensionato; l'inglese David Cameron a 45 anni governa dal numero 10 di Downing street; il premier canadese Stephen Harper ha superato da poco i 50.
Insomma, negli altri paesi ha soglia del mezzo secolo porta alla pensione politica, com'è giusto che sia. In Italia, invece, chi ha cinquant'anni è ancora considerato un giovane. Perché? Tenere i giovani in panchina è un delitto, tipico dell'Italia e di qualche altra nazione. Ma in Italia è un delitto sempre più insopportabile.

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