Una notte di ordinaria speranza

Alla difesa dell'acqua, la cui importanza è dentro il nostro dna, mentre c'è chi non si arrende e crea con entusiasmo, e chi se ne va dalla val di Fiemme a servire in tavola a Berlino

di Barbara Goio

Una notte come tante, venerdì 11, sono tornata dal lavoro. Tutto tace.

Eppure è stata una serata importante per molte persone, che a loro modo vogliono fare qualcosa di buono per l'Italia.

Francesca è stata impegnata tutta la sera a Trento, con la Sat, per promuovere una nuova coscienza dell'acqua, in vista dei referendum che, si spera, dovrebbero tenersi a maggio e comunque una domenica delle prossime, tra il 15 aprile ed il 15 giugno. E' questa l'ultima e più importante parte di una battaglia lunghissima ed estenuante e per certi versi assurda ma necessaria. Se mi avessero raccontato, qualche anno fa, che avremmo dovuto lottare per avere libero accesso all'acqua, il bene più prezioso per la vita, anzi il luogo dove la vita stessa è nata, non ci avrei creduto. Ed invece, eccoci qui, a difendere con le unghie e con i denti i referendum che riusciranno, in parte, a restituire ai cittadini ciò che è stato loro tolto con il decreto Ronchi del 2009. I due quesiti ammessi vogliono cancellare la norma che considera l'acqua un bene di rilevanza economica, e la norma che permette di fare profitto sulla tariffa per il servizio idrico, la "remunerazione del capitale investito". Mentre l'attenzione è continuamente distratta da allarmi immigrazione e nuovi code agli scandali pornopolitici, nonché dai festeggiamenti e controfesteggiamenti dell'unità d'Italia, il tempo passa e la strategia è sempre quella, che si è dimostrata vincente: puntare sull'astensionismo. Sarebbe un buon segno se i referendum venissero accorpati alle amministrative che si tengono in alcune regioni d'Italia, così da risparmiare un bel po' di soldini, ma non ci conto molto. L'interesse a far sì che questi referendum falliscano è più alto che la volontà di fare del bene al Paese. Altro che unità d'Italia.

E' però un ottimo segno sapere che tanta gente ha partecipato stasera, alla sede della Sat, al dibattito sull'acqua bene comune, fra cultura montana e pratiche di difesa del territorio. Le nostre vallate sono state plasmate dall'acqua (va bene, ghiaccio), e la presenza di torrenti, fiumi, nevai, cascate, è dentro nel nostro dna, qualcosa a cui non potremmo mai rinunciare. Se per molti abitanti delle grandi città è ormai prassi consolidata comperare le bottiglie dell'acqua minerale, per noi è ancora, per fortuna, un gesto estraneo e vagamente surreale. Per questo, credo, dobbiamo essere riconoscenti del fatto che viviamo in un posto tanto bello e usare le nostre energie per dare una mano. Un'ultima nota: sul sito www.acquabenecomune.org c'è una bella frase, da ricordare: "Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci"... è di Gandhi.

 

Mi sposto a Bologna. Stasera è stata la prima all'Arena del sole di uno spettacolo teatrale la cui regia è di Giulio, un vecchio amico, uno che conosco da una vita e che ha saputo veramente fare di tutto. Ci siamo laureati insieme a Bologna in scienze naturali e, nonostante non abbia mai trovato la strada facile, non si è mai perso d'animo. E' una persona sempre di buon umore, pronta a dare una mano, che trasforma le avversità in risorse. Non ho potuto assistere alla messa in scena (stavo lavorando) ma sono sicura che è stato un momento intenso ed emozionante. Cosa c'entrano le scienze naturali con il teatro? La creatività dell'Italia passa anche da questo, dal sapere imparare e inventare e mettersi in gioco. Lui l'ha fatto, e lo continua a fare, e adesso attorno a lui ci sono moltissimi ragazzi giovani e giovanissimi (ha messo in piedi diverse compagnie teatrali) che preferiscono lavorare insieme e creare qualcosa di buono anziché starsene atonici abulici e indifferenti davanti a videogames e serie tivù. Ultima nota: mentre la Provincia ha appena dato 5 milioni di euro al Centro S. Chiara, le iniziative gestite da Giulio sono quasi a costo zero ("abbiamo ricevuto l'anno scorso ben 200 euro dal comune per un progetto multimediale che sta avendo moltissimo successo..." mi diceva pochi minuti fa al telefono).

 

Infine un'ultima nota di colore. A Berlino, in un prestigioso ristorante italiano, stasera ha servito cena un ragazzo della Val di Fiemme, di Predazzo credo. Ha studiato lettere a Trento, si è laureato con ottimi voti, e adesso fa il cameriere in Germania. Forse impara il tedesco, forse ha voglia di capire come funziona il mondo, forse vuole divertirsi e sentire la forza della speranza, che qui in Italia ormai è polvere secca. Di sicuro, sarebbe buona cosa che questo ragazzo prima o poi torni e faccia la sua parte, qui, dove c'è sempre più bisogno di energie e trasparenza.

comments powered by Disqus