Le magie della tecnologia

Col progresso tecnologico non ce ne accorgiamo, ma dalla mattina alla sera spariscono oggetti che ci hanno fatto compagnia per tanti anni

di Lucio Gardin

Col progresso tecnologico non ce ne accorgiamo, ma dalla mattina alla sera spariscono oggetti che ci hanno fatto compagnia per tanti anni. E non mi riferisco alle suocere, ma agli oggetti di uso comune che una volta ci erano così cari. Ad esempio, col proliferare dei cellulari è sparita la vecchia cabina telefonica. In realtà ne è rimasta una a Spini di Gardolo. Ci hanno trovato dentro mia zia, era lì dal ‘97. L'ultima volta che mi chiamò le dissi che ero impegnato e l'avrei richiamata subito... Sono sparite anche le pellicole per le macchine fotografiche. Infatti adesso sono digitali. Le devi toccare dappertutto per capire dove si trova il pulsante per gli scatti, e nove volte su dieci ti fotografi la mano. È finito anche il tempo delle diapositive, quelle che una volta gli amici ti facevano vedere con sadismo dopo cena. Le frasi che accompagnavano la «serata diapositive» erano pressoché identiche (cambiava solo il soggetto): «Ecco qui Gianni al Safari», «Ecco Gianni vicino al leone», «Ecco Gianni che guarda il leone», «E qui c'è la macelleria che vende bistecche di Gianni». E che dire delle vecchie audiocassette? Certe le potevi ascoltare al massimo due volte perché la terza, quando le estraevi dal registratore, ci rimaneva dentro mezzo nastro mentre l'altra metà ti restava attorcigliato alle dita. E il sacchetto di plastica per la spesa? Adesso non lo possono più consegnare e ti danno quelli biologici, che però hanno un piccolo difettuccio: si disfano. Certo, la loro caratteristica è di essere biodegradabili, il problema è che iniziano a diventarlo già dal primo momento che li prendi in mano. Oggi la tecnologia ha cambiato anche la comunicazione scritta. Le vecchie lettere vergate a penna sono state sostituite dalle mail del computer. E c'è ancora chi fa confusione. L'altro giorno mia nonna doveva mandare una lettera di condoglianze a un'amica per la morte del marito, e mi ha chiesto il computer in prestito per usare la posta elettronica. Poi quando ha finito mi ha smontato il pc per cercare dove mettere i francobolli. E quando le ho detto che non servono francobolli ma bastava spedirla così, lei è andata all'ufficio postale e ha spedito il computer. In due anni mi ha fatto fuori sei computer. Spero che quest'anno non muoia nessun altro di sua conoscenza.

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