Il conto per Ruby e le altre comincia a pagarlo Mediaset

di Renzo Moser

Finalmente una buona notizia: non saremo più i soli a scontare i nefasti effetti della politica del «bunga bunga», delle escort di palazzo, dei festini hard o, per usare un’espressione dell’onorevole Paolo Guzzanti, della «mignottocrazia».
La vita privata del premier comincia a costare cara allo stesso protagonista delle bollenti serate arcoriane.
Gli analisti di Citigroup, colosso finanziario Usa (non esattamente un covo di comunisti) hanno infatti tagliato il rating sul titolo Mediaset: siamo passati da «buy» (acquistare) a «hold» (tenere). Il target price, cioè l’obiettivo di prezzo delle azioni, è sceso da 6 a 5,5 euro. E qui le cose fanno interessanti. Sì, perché sulla base dei cosiddetti «flussi di cassa attualizzati», le azioni Mediaset dovrebbero valere 6 euro. Quel taglio di 0,50 euro per azione non è altro che l’effetto Berlusconi sul titolo. Il conto da pagare, insomma, per il clamore mediatico «che coinvolge Mr. Berlusconi».
Il quale, spiegano gli analisti, «sta di nuovo riempiendo le prime pagine dei giornali italiani, e di nuovo per le accuse relative alla sua vita privata piuttosto che per i suoi risultati politici».
Difficile sapere se l’ennesimo scandalo avrà un costo politico ed elettorale per il premier, ma di sicuro ne ha già uno economico.

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