Trento, un ecosistema urbano da migliorare (parecchio)

di Zenone Sovilla

La fotografia fornita dall'indagine di Legambiente "Ecosistema urbano 2010" conferma chiaramente un paio di criticità pesanti che caratterizzano la città di Trento, pur classificata come quarta nella graduatoria generale stilata dal sodalizio ecologista.
Come in altre rilevazioni,infatti, emerge una città particolarmente debole sia sul fronte della ciclabilità sia su quello delle isole pedonali.
Per quanto riguarda la bicicletta, Trento si attesta soltanto al trentaduesimo posto, una posiizone che peraltro andrebbe corretta al ribasso si se considerassero non tanto i chilometri di piste per abitante (un indicatore che può risultare fuorviante) quanto la qualità dei percorsi nell'ambito del sistema complessivo della mobilità urbana e il grado di utilizzo che ne fa la popolazione (la striscia per pedalare lungo l'Adige la domenica mattina in mezzo ai meli ha poco a che spartire con gli spostamenti quotidiani in città).
Un altro dato deprimente è quello delle zone interdette al traffico, che a Trento presentano un indice di appena 0,08 metri quadrati per abitante (76° posto; Bolzano, che pure non brilla, è 24esima con lo 0,29; Verbania, seconda dopo la fisiologica prima posizione di Venezia, presenta invece un più significativo 2,05). Non va tanto meglio con le aree a traffico limitato: Trento è 32esima con 2,74 mq/abitante, Siena che svetta ne ha 30,64...
Del resto, basta uno sguardo sul contesto quotidiano del traffico a Trento, per rendersi conto che in realtà, da anni gli interventi di moderazione latitano, che le auto hanno accesso quasi dappertutto, che in fondo, dopo la chiusura di piazza Fiera vent'anni fa o giù di lì (ma con la realizzazione di un attrattore di traffico in centro come un parcheggio sotterraneo) non vi sono stati altri interventi di particolare spessore. Il che dice un po' tutto.
Fortunatamente, almeno, c'è un servizio di autobus abbastanza efficiente, che consente a molti cittadini di rinunciare all'automobile. Però una città che abbia ambizioni di sostenibilità dovrebbe avere ben altro coraggio nella sua classe dirigente...
Non apriamo, poi, il capitolo proccupante dell'inquinamento atmosferico, che peraltro è collegato a quanto detto finora.
Mi limito a notare l'ottimo risultato della raccolta differenziata dei rifiuti: Trento in brevissimo tempo ha già raggiunto il nono posto.
Allora, insisto: serve una classe dirigente con visioni e coraggio: cominciamo con dire addio all'inceneritore (progetto assurdo, inutile e dannoso) e a disegnare una vera mobilità alternativa per una città che ha tutte le potenzialità per porsi fra i luoghi all'avanguardia in Italia.

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