E' proprio finita l'epocadei goliardi rivani?

di Vittorio Colombo

Due modelli, due prospettive, due epoche, due anime, un inizio e una fine… due città a confronto. Il collega Claudio Chiarani, su questo nostro giornale, domenica 8 agosto ha firmato due servizi che, su pagine contrapposte, significativamente si guardano e propongono una riflessione.

Su una pagina si scrive <E’ stata veramente una notte magica> e la cronaca è dedicata al successo decretato da migliaia di persone alla “Notte magica” organizzata dal Consorzio RivainCentro; il titolo della pagina a fianco contrappone, con un accostamento anche graficamente provocatorio e con un virgolettato che attribuisce a persone intervistate il concetto espresso <E’ finita un’epoca goliardica>, una affermazione corredata da un messaggio esplicativo <Salta la Pedaloca e se ne va un pezzo della dolce vita rivana>.

Paga la qualità e l’impegno,  istituzionale, programmatico ed anche economico, sembra essere la strada da seguire.
I goliardi, se lo chiede anche un protagonista, con la contrapposizione di iniziative, qualche gelosia o incomprensione, le corse matte in bici, le funi da tirare, le mattate in costume, le battaglie a secchi d’acqua… hanno fatto il loro tempo? I trentenni sono entrati nei quaranta, o cinquanta, <tengono famiglia>, o è proprio il modello di divertimento, personale un po’ strapaesano, che si deve considerare chiuso?
<Le secchiate in costume - dice un pentito, - divertono, in fondo, chi in costume si mette e le secchiate d’acqua le tira e le riceve… è una cosa da goliardi, da amici che vogliono sbaraccare> e il divertimento diventa soprattutto un fatto privato o di un gruppo ben riconoscibile. Ma  il messaggio che viene trasmesso forse non rende, o non rende più, l’immagine di una città che vuol proporre una offerta turistica all’altezza dei tempi.  

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