I giardini del ginecologoCesare e le case dei puffi

di Vittorio Colombo

 

Se qualcuno se la prende non ha spirito rivano verace nelle vene.

E’ vero, il Pasquino che ha fatto circolare un ciclostilato (semiclandestino) prima delle elezioni, ha  messo in composizione pseudopoetica dissacrante i frutti del mai dimenticato “alber de la maldicenza”; c’è da dire che il “Poeta del Grazie” ha raccolto immagini e  battute al vetriolo che da tempo circolano in città e che si riferiscono alle discusse (come accede a Riva per ogni cosa) trasformazioni della città avvenute in questi anni.

Come è stato più volte detto, e per onor di cronaca, ci sono cittadini che hanno espresso gradimento e plauso per gli interventi innovativi oggetto dei disincantati, straordinari veleni del misterioso “Poeta del Grazie”.

In fondo è bello considerare che l’antico spirito rivano del “buttare in vacca ma con intelligente ironia” non è morto. Analoghi componimenti in versi, all’insegna dello sfottò, avevano avuto ben altra diffusione in occasione delle elezioni comunale del 1946, le prime del dopoguerra. Per non essere tacciati di disfattismo, e di remare contro nel canale della Rocca, abbiamo atteso il dopo elezioni per registrare il singolare grazie, omettendo il finale politico, per dare spazio all’invenzione dissacrante.

Non tutti si troveranno d’accordo, ci sarà chi si indignerà, questo spazio è ovviamente a democratica disposizione, ma la “provocazione” fa parte del gioco, dello spirito rivano che se ne frega del tempo che passa e tutto il resto macina, e che beatamente resiste cibandosi dei frutti dell’alber de la maldicenza, tagliato, hainoi da tempo, ma rimasto con  le radici ben salde, nello spirito, davanti al pont dei strachi e nei nostri cuori.     

 

GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE

 

Grazie per aver ridotto sul porfido la città, neppure ad Albiano ne hanno usato tanto/

grazie per aver indora l’anzolin, el fa schifo, uno dei pochi segnavento endoradi/

grazie per aver fat en piaza Garibaldi l’abbeveratoio per i cavai, l’istà i turisti i se farà el bagno ai pei/

grazie per il titanic costos, brut, mal funzionante e col marmo rot/

grazie per conto del buon Cesare (la statua di Battisti n.d.r.) che ades almen le varda el cesso e le case dei puffi/

grazie per la grande idea di eliminare le aiole e sostituirle col porfido, da en tedesch (il progettista Winkler n.d.r.)  non se pol aspetarse altro/

grazie per aver incaricato un ginecologo per disegnar le aiole del brolio, ades i lo ciama “Giardini delle f….”/

grazie per i ovi duri de piaza 3 novembre a pasarghe su se fà i massaggi ai pei e… zò maledizion/

grazie per l’oroloi de la tor coi do quadranti che spess no i va d’acordo/

grazie dalla sirenetta per averla messa en mez all’acqua così sé sicuri che no i la toca/

grazie per educazion da san zoam, ma stevo meio en do ero da setantani/

grazie per le terme romane, me ricorda i “bagni della cassa malati”/

grazie per aver mess banchete senza schenal, le va ben per le schene falade/

grazie per aver permesso al Centrale de serar i portegli così va a farse benedir el "diritto di passo e ripasso”/

grazie e complimenti per l’abbeveratoio, le pompe le funziona un giorno si e tre no/

grazie per la pensilina della staziom senza treno en piaza cadena/

grazie per le lavatrici che le da fora i biglietti della navigarda/

grazie per le rappresentazioni falliche dei getti dell’abbeveratoio, servirà però en po’ de Viagra o Cialis/

grazie, ades en dò case dei puffi è rivà el “Kebab” tipico cibo altogardesano, el Cesare l’è tut content/

grazie per aver eliminà centinari de piante secolari, le era malate o pericolose, mai tant, come chi le ha fate taiar/

grazie per aver fat tante piazze d’armi, la Nato la gà domandà al Meneghel per far le grandi manovre/

grazie per i rallentatori, ogni frenada l'è na fila de maledizion/

grazie per aver comprà e pagà la Miralago, nuova fabbrica di debiti/

grazie alla fin………………..

 

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