Alberghi e negozichi scende e chi sale

di Vittorio Colombo

Considerato che la principale risorsa economica dell’Alto Garda e Ledro è (a meno di smentite) ancora e sempre il turismo con tutto l’indotto al seguito, qualche riflessione in previsione della stagione estiva, quella che in anni (forse lontani) veniva considerato il periodo delle vacche grasse.

Il tempo meteo fino ad oggi non ha di certo aiutato. Certi albergatori sussurrano che fino a poco tempo fa le stanze erano vuote. Si dice che non ci sono soldi in giro. Quello che salta agli occhi è che gli alberghi, bene o male, vanno avanti, mentre la rotazione traumatica è nei negozi. Negozi che chiudono ed altri che aprono e via di questo passo. Che significa? Che gli alberghi possono farcela comunque e ce la fanno mentre la vera sofferenza è tra i commercianti?

E, se questo è vero (ma non è detto che sia così) perché si va in questa direzione? Poi la gente non può fare a meno di chiedersi perché, parlando con albergatori e commercianti, si sentono spesso lamentazione, condite da scenari incerti se non proprio funerei, mentre poi arrivano i dati delle Apt, provinciale e locale, che dicono che in fondo va tutto bene madama la marchesa. E che la curva del grafico delle presenze è in salita, come in certe tappe del giro d’Italia.

A Riva si fa un gran parlare di bike, ad Arco l’appampicata è una benedizione, poi ci sono fiere e congressi, poi… Forse, invece di navigare a vista scrutando il tempo e le previsioni internet, sarebbe il caso che chi ha responsabilità, si prendesse la briga di fare un bel piano di azione. Per dire, al di là delle voci, delle lamentazioni dal basso e dei peana dall’alto, qualche buona e sana parola sicura.  

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