Tutti berlusconiani fino a 120 anni d’età

L’ossessione biolatrica del Cavaliere: vivere (e comandare) all’infinito

di Paolo Ghezzi - NO

A29 anni Giampaolo Visetti è diventato direttore dell’Adige, a 7 anni ilviolinista Stefan Milenkovic ha cominciato a dare concerti da solista,a 26 anni Andrea Zanotti è stato nominato rettore del Collegio deifiamminghi di Bologna e a 42 professore ordinario, a 30 anni LorenzoDellai era già sindaco di Trento, a 50 anni Dante Alighieri scriveva laDivina Commedia, a 21 anni (prima di morire a 26) Nick Drake aveva giàpubblicato “Five leaves left” e in appena 35 anni di vita Mozart hacomposto le più grandi meraviglie musicali di tutti i tempi.
“Ars longa vita brevis” dicevano gli antichi, e cercavano di dare ilmeglio di loro stessi nei non molti anni che potevano aspettarsi da Dioo dal destino.
Einvece ecco l’elogio dell’infinita vecchiezza, firmato dal nongiovanissimo presidente del consiglio, ieri al San Raffaele di Milano.Già il peso degli anziani e delle loro pensioni è insostenibile per legiovani generazioni, già il livello di consumi del Nord del mondoinvecchiato toglie risorse alla fame dei continenti giovani, dove40mila persone al giorno muoiono d’inedia, ed ecco il Cavaliere - peraugurare lunghissima vita al già anziano don Verzé, 90 anni - prefigurae auspica un’attesa di vita di 120 anni per gli italiani di domani.Quarant’anni in più per consumare semolino, pannoloni e cattivatelevisione e votare Forza Italia perché Lui difende Dio, la patria ela famiglia. Quarant’anni in più per essere governati da Lui, poi daisuoi figli, dai suoi avvocati e dai suoi nipoti. La qualità della vitanon dipende dalla sua lunghezza, il Cavaliere quantitativista,ossessionato dall’accumulo (di voti, di soldi, di escort) poveretto nonlo sa. Qualcuno lo avverta. Basta con i vecchioni che spiano Susanna albagno, basta con la gerontocrazia che si circonda di carne fresca diveline appena fuoriuscite dall’età della pedofilia.
Fa il paio, l’apologia della vita ultracentenaria, con l’ossessionedella difesa della vita, una specie di biolatria, che un cattolicesimopoco cristiano propugna, dimenticando che per i credenti la morte non èuna tragedia irreparabile, ma un passaggio dalla vita quaggiùall’eternità di una vita più piena. 
Vivere, vivere più che si può, essere potenti (in tutti i sensi) fino a97 anni e oltre, e crepino pure i bambini dei poveri che, scriteriaticome sono, li mettono al mondo numerosi come conigli.
Vienein mente un vecchio meraviglioso film di Marcel Camus, “Orfeo negro”:Orfeo ed Euridice muoiono giovani (al cielo cari) e innamorati pazzinel mezzo della follia del carnevale. A loro - giovani e innamorati perl’eternità - vengono risparmiate la fatica della vecchiaia e la noiadell’abitudine. E la vita continua, lassù sopra Rio de Janeiro, perchéil bambino amico di Orfeo ne ha salvato la chitarra: e quando cominciaa pizzicare le corde, il sole sorge un’altra volta. E i bambini - chesalvano il mondo - sono convinti che sia un miracolo.  

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