Se otto euro vi sembran troppi

di Paolo Ghezzi - NO

Ci s'indigna e ci s'arrabbia, è umano, per tanti motivi: per ingiustizie grandi e per fastidi piccoli.
Ci s'indigna, è umano, soprattutto in età di crisi, per i soldi che ci tolgono di tasca: pedaggi, biglietti, tasse, gabelle, tariffe, marche da bollo, coperti a tavola, Iva,abbonamenti e ricariche, interessi e spese di banca, bollette e bollettini, imposte e poste.
Ci s'indigna, anche, per gli 8 euro richiesti ad ogni automobile che penetra nella meraviglia della Val Genova,
improbabile nome marinaro per una delle bellezze incomparabili del Parco Adamello Brenta. L'altra sera, in tivù, ci si è indignata la signora che gestisce uno dei rifugi della valle: che vergogna, hanno chiesto gli 8 euro anche a una famiglia che aveva prenotato il pranzo da noi, e glieli ho dovuti scalare dal conto, naturalmente!
Al di là delle regole d'accesso stabilite dal Parco, al di là del gesto mafioseggiante del sabotaggio al trenino e del fuoco alla biglietteria,
al di là dell'indignazione della rifugiante, perché non affrontare il nodo finanziario (e sostanziale) della questione:
la Val Genova vale otto euro?
Dio ce l'ha data e guai a chi ce la tocca, dice una vocina dentro di noi. La natura non è un teatro con gli ingressi a pagamento.
Ma probabilmente neppure Dio aveva previsto l'assalto dei Suv.
E nessuno ci obbliga - se abbiamo un paio di gambe buone - a entrarci con l'ausilio di un motore a scoppio.
E poi. Non vale 8 euro (ogni auto) la Val di Genova? Eppure siamo disposti a spendere (a testa) 7 euro e mezzo per uno scadente film americano, 10 euro per un'anonima birra+pizza, 25 euro per la ricarica settimanale del telefonino della figliola, 35 euro per un'entrata a Gardaland, 72 euro per un concerto di Vasco Rossi, 300 euro per una partita di calcio.
Otto euro per arrivare comodi alle cascate del Nardis non sono quasi pochi, pensando e comparando?
Oppure, suggerimento impopolare al Parco che è già abbastanza impopolare: chiedete anche voi l'Icef, per la Val Genova.
Dentro gratis i proletari sulle vecchie Fiat Tipo, le badanti in Panda. E 80 euro di pedaggio per il fuoristrada colossale dell'avvocato bresciano milionario.
Oppure trenino obbligatorio per tutti. E ronde notturne anti-sabotaggi. Di polizia dolomitica, naturalmente.

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