Riva, mi arrendo all'arredo

di Vittorio Colombo

Chiamale se vuoi “sensazioni”. Le cose nuove, si sa, non sempre e non subito incontrano il favore della gente.

Così si registrano disparate opinioni sull’arredo urbano in centro a Riva, soprattutto per quel che riguarda la sistemazione del Brolio e della zona della piazza antistante la Rocca.

Gli Amici della Terra, l’associazione ambientalista che opera a Riva e che ogni anno attribuisce il premio “nemici della terra”, in maniera del tutto informale hanno effettuato un minisondaggio chiedendo ad una quarantina di rivani che cosa ne pensano della trasformazione radicale dell’immagine del cuore della città.

I risultati: solo tre persone hanno espresso un parere positivo, sei o sette si sono dichiarati indifferenti, mentre sono stati circa trenta coloro che hanno manifestato perplessità, critiche, o hanno espresso valutazioni negative.

Si critica in particolare la scomparsa di diversi maestosi alberi del Brolio, della macchia di vegetazione davanti alla Cassa di Risparmio, qualcuno esprime anche critiche sulla pavimentazione. Unanime il dissenso nei confronti delle casette, o casotti, per la vendita di panini, verdura o altro, veri e propri cubi marziani, posti a due passi dal lago. Sarebbe stato preferibile, se proprio i casotti si volevano mettere proprio lì, scegliere soluzioni compatibili con l’ambiente, magari richiamando lo spirito architettonico con il quale Maroni caratterizzò il lungolago. Qualcuno, poi, ha detto di non capire  il motivo “ad occhio allungato” dei muretti delle aiuole o della fontana che ospita la Sirenetta dell’Aroldo Pignattari, concepita in verità per essere l’elemento centrale di una fontana circola e di ridotte dimensioni. Ma tant’è, ci abitueremo, e magari in futuro tutto quello che oggi ci piace poco diventerà parte della città pure masticata e digerita.

Piccola nota per esprime un sentimento di scarso entusiasmo per le feste popolari sul tetto del povero (nel senso che ha bei problemi di bilancio) parcheggio delle Terme romane. Tutti hanno le proprie sacrosante sensazione; ma gli stand e le esibizioni della Festa dei sapori, con gruppi folk, balli e gastronomia, sul cemento e tra il cemento delle costruzioni, poteva anche essere còlte come feste della tristezza. E dire che una volta le feste di quel tipo si facevano al Brolio, o comunque, tra il lago e il verde. Ma erano altri tempi...      

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