Alto Garda, orsù commercializziamoci

di Vittorio Colombo

 

Evidentemente siamo dei masochisti. Ci sono cose delle quali non abbiamo assolutamente bisogno, che non  rappresentano un bene comune, che non migliorano di certo la qualità della nostra vita.

Così, dopo il via libera alla “cementificazione” abitativa, con 1600 alloggi costruiti e invenduti tra Riva ed Arco, dopo la straordinaria fioritura di capannoni industriali un po’ dovunque, tanto che passando nei pressi di queste tozze e brutte strutture in cemento a vista,( non per niente si parla di “capannoni”) è tutto un florilegio di cartelloni, con proposte di affitto (o di vendita) di centinaia o migliaia di metri quadrati coperti. Il che ci dice che c’è una assurda sovrabbondanza tanto di case quanto di capannoni per industria e artigianato; ma la minaccia viene ora dalla “centrocommercializzazione” della zona.

Via S. Caterina è già un enorme centro commerciale, e i capannoni con supermercati e grandi magazzini, saldano ahinoi all’insegna del caos edilizio, commerciale, sociale e di costume (qualità della vita), la distanza tra Riva ed Arco. Un tempo già rilassante verde campagnolo. E’ annunciato un enorme centro commerciale a Nago. Chi arriva in prossimità della “Busa” vedrà un bel colosso di cemento, con lustrini natalizi tutto l’anno, e nei riquadri, sullo sfondo, pezzettini di povero lago, inutilmente azzurro.

Ora è annunciato  anche un futuro centro commerciale nella zona della Baltera. Giustamente i vertici dell’Unione commercio hanno protestato. Ma se c’è (c’è o non c’è?) lo strumento edilizio, poi, belle o brutte, che siano le cose si fanno, alla faccia di…

Condomini, capannoni, centri commerciali, avanti c’è posto, che cosa ci riserverà il futuro? Che ne dite di un bell’autodromo per le gare di formula 1. Il problema è, tra Riva ed arco, trovare campagne libere per una pista (in)decente.  

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