Alto Garda, nostalgia da trenino

 E se la soluzione fosse quella del trenino? Ancora sul disastrato collegamento stradale Riva-Rovereto, ma in una prospettiva diversa, da quella del tunnel lungo, corto, lunghissimo ecc. ecc. Il dibattito, visto come stanno le cose e ci si affida a nuovi progetti e a tempi biblici,  dovrebbe allargarsi a quell’alternativa (che tuttavia non esclude la sistemazione e l’adeguamento di una strada da tempo al collasso) che è rappresentato dal treno, con il vagheggiato ritorno del “trenino”.

di Vittorio Colombo

 

 

 

 

 

E se la soluzione fosse quella del trenino? Ancora sul disastrato collegamento stradale Riva-Rovereto, ma in una prospettiva diversa, da quella del tunnel lungo, corto, lunghissimo ecc. ecc.

Solo per inciso, val la pena di far  presente che l’emergenza da blocco del traffico non  è solo estiva: qualche sera fa c’è stato un piccolo incidente sopra Nago e molti automobilisti hanno dovuto restare fermi, in coda, per oltre un’ora. 

Nel corso di una recente serata elettorale il presidente Dellai ha affermato che la nuova richiesta di amministrazioni comunali e del comitato di allungare il tunnel fino al Crepaccio è sacrosanta e degna di attenzione: meglio pensarci ancora e bene piuttosto che sbagliare! Un discorso già sentito e risentito e le nuove ipotesi, pur apprezzabili, ci conducono inevitabilmente ad un futuro senza punti fermi e senza certezze.

Ma, il dibattito, visto che le cose stanno così, dovrebbe allargarsi a quell’alternativa (che tuttavia non esclude la sistemazione e l’adeguamento di una strada da tempo al collasso) che è rappresentato dal treno, con il vagheggiato ritorno del “trenino”.

Che una volta c’era e che ora è assai rimpianto. Le cose belle sono purtroppo scomparse.

Una breve scheda: la Ferrovia Rovereto-Arco-Riva “Rar” (in precedenza chiamata Ferrovia Mori-Arco-Riva, “Mar”) era una linea ferroviaria a scartamento ridotto (760 mm) che collegava la ferrovia del Brennero con la riva nord del lago di Garda. Il tracciato originale congiungeva Mori con Riva per  una lunghezza complessiva di 24,2 Km che venivano percorsi in un tempo compreso tra 75 e 90 minuti, ad una velocità media inferiore ai 20 kilometri/ora. La pendenza massima era del 28 per mille e il raggio minimo di curva era pari a 50 m.  Nel fu realizzata l'estensione fino a Rovereto per altri 4,4 kilometri. Rimase in attività dal 1891 al 1936.

Un collegamento ferroviario, lo si voglia chiamare “trenino” o metropolitana di superficie o qualche altro mezzo di trasporto che abbia a che fare con rotaie, risolverebbe gran parte degli attuali problemi. Sarebbe una proposta vincente per turisti, pendolari, solleverebbe il tratto da un gran numero di automobili, costituirebbe un motivo di attrazione turistica in più.

Riva e l’Alto Garda, già allo stremo per la viabilità estiva, affronteranno in futuro l’offensiva di un ulteriore aumento di traffico legato a nuove fiere e congressi, visto che la Provincia ha operato investimenti stellari per fare della “Busa” il Polo congressuale del Trentino.

Ma, a fronte di progetti come questi, non è sana programmazione valutare se ci sono garanzie per quel che riguarda infrastrutture e collegamenti, tutela del territorio, salvaguardia della salute e della qualità della vita dei cittadini?

Qualche anno fa, tornando al trenino, era attivo un Comitato (formato da Verdi, ma anche da cittadini non schierati) che aveva raccolto firme e presentato progetti alternativi… Oggi la prospettiva del ritorno del treno sembra collocarsi nell’ottica del classico zuccherino, buono  per addolcire i nostalgici. La battuta è scontata, ma tanto vale: la sensazione è che, affidandosi ad un futuro nebuloso, si continui a perdere il treno. O, nel nostro caso, il trenino.  

 

 

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