Italia / Il caso

Puglia, accusa di aver comprato voti a 50 euro l'uno: si dimette assessora indagata, sindaco ai domiciliari

Inchiesta della procura per l'ipotesi di corruzione elettorale: dieci le misure cautelari eseguite oggi, 4 aprile. Oltre al primo cittadino di Triggiano, Antonio Donatelli, ai domiciliari il marito dell'assessora Anita Maurodinoia, Sandro Cataldo

BARI. Anche l'assessora ai Trasporti della Regione Puglia, Anita Maurodinoia, è indagata per corruzione elettorale nell'ambito dell'inchiesta che questa mattina ha portato all'esecuzione di dieci misure cautelari.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha comunicato stamane di aver "accettato le dimissioni dall'assessore ai Trasporti, Anita Maurodinoia".

L'indagine è coordinata dalla procura ordinaria e non viene contestato il voto mafioso.

Ai domiciliari sono finiti il marito dell'assessora Maurodinoia (eletta nelle liste del Pd), Sandro Cataldo; e il sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli.

Secondo quanto accertato, un'associazione finalizzata alla corruzione elettorale avrebbe permesso di comprare voti, anche al prezzo di 50 euro l'uno, alle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 nel comune di Grumo Appula, e del 3 e 4 ottobre 2021 nel comune di Triggiano, in provincia di Bari. Per quanto riguarda Grumo Appula, i fatti risalgono a settembre del 2020.

In quel caso il risultato da raggiungere sarebbe stata la rielezione dell'allora assessore alla Sicurezza e alla Polizia municipale, Nicola Lella, oggi destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere.

Tra i gravi indizi di colpevolezza raccolti ci sono due fogli su cui era riportato un elenco di cittadini-elettori già 'catalogati' per cognome, nome, data di nascita, cellulare, e sezione elettorale: a loro doveva essere versata la somma di 50 euro quale corrispettivo per l'acquisto del voto. In corrispondenza di più nominativi era stato già trascritto un 'ok' per certificare l'avvenuto ritiro della somma pattuita. (ANSA).

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