Europa / Giustizia

Elly Schlein: nel caso Salis schiaffo irricevibile dall'Italia, Meloni reagisca subito

Il tribunale a Budapest nega i domiciliari per l'antifascista italiana che si trova da ben tredici mesi in carcere preventivo, in attesa della sentenza nel processo in cui è accusata di aver partecipato a un'aggressione contro tre neonazisti rimasti lievemente feriti

ROMA

ROMA. "Ilaria Salis resterà in carcere a Budapest. Dopo essere stata portata ancora una volta in aula catene ai polsi, alle caviglie e guinzaglio, oggi i giudici ungheresi hanno deciso anche di negarle gli arresti domiciliari. Uno schiaffo irricevibile ai diritti di una persona detenuta, di una nostra connazionale. Ci aspettiamo che il governo di Giorgia Meloni reagisca, subito": lo scrive la segretaria del Pd Elly Schlein, subito dopo l'udienza che ha negato i domiciliari in Ungheria all'antifascista italiana.

Ilaria Salis resta in cella

Il tribunale di Budapest ha respinto la richiesta di domiciliari in Ungheria per Ilaria Salis.

Ilaria Salis, 39 anni, docente milanese, da 13 mesi è in carcere preventivo a Budapest, accusata di aver aggredito tre militanti neonazisti che avevano ricevuto prognosi di una decina di giorni.

Duro anche il commento di Roberto Salis, il padre di Ilaria: "I nostri ministri non hanno fatto una bella figura e il governo italiano dovrebbe fare un esame di coscienza. Le catene non dipendono dal giudice ma dal sistema carcerario e quindi esecutivo e il governo italiano può e deve fare qualcosa perché mia figlia non sia trattata come un cane".

Stamane il tribunale di Budapest ha respinto la richiesta di passare ai domiciliari in Ungheria presentata dai legali della cittadina italiana. Al loro arrivo in tribunale un gruppo composto da legali e amici della donna è stato minacciato da alcuni estremisti di destra.

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