Crimine / Il caso

Indagini: la cocaina arriva in Europa anche via sommergile: "Sott'acqua da Panama"

Intercettazione durante indagini carabinieri e Dda Napoli che hanno portato all'esecuzione di 29 misure cautelari

NAPOLI. Container, borse ma anche sommergibili: viaggia anche sott'acqua la cocaina. A rivelarlo, in una intercettazione agli atti dell'inchiesta dei carabinieri e della Dda di Napoli (pm Giuseppe Visone, procuratore aggiunto Sergio Ferrigno) che oggi ha portato all'esecuzione di 29 misure cautelari, è uno degli arrestati nel blitz contro il narcotraffico internazionale. L'operazione ha consentito di sgominare due organizzazioni criminali, composte anche da stranieri.

L'intercettato, arrestato oggi, è infatti di origine albanese e alla conversazione che risale al giugno del 2021 prende parte un connazionale appena sbarcato a Napoli. I due interlocutori si confrontano sulle modalità di trasporto della droga e dei rischi a cui sono esposti, per esempio, quando la droga viene trasferita in una borsa, a causa dei cani antidroga. Sostengono che i container offrono maggiore sicurezza ma solo "sotto acqua è 100%, ma ci sta solo da Panama", dicono.

La frase viene interpretata dagli investigatori come la dimostrazione che ormai ai mezzi tradizionali si sta affiancando, come anche scoperto dai militari statunitensi nel corso di una importante operazione, una la modalità di trasferimento via sommergibile. E la partenza dei sommergibili indicata, Panama, d'altronde, è ritenuta una delle capitali mondiali della cocaina.

L'OPERAZIONE

Blitz contro il narcotraffico internazionale dei carabinieri e della Dda di Napoli, che hanno sgominato due associazioni a delinquere che importavano droga dall'Olanda e dalla Spagna per le piazze di spaccio più fiorenti del Napoletano, tra cui quella del Parco Verde di Caivano.

Complessivamente sono state eseguite 29 misure cautelari.

La Procura ipotizza a vario titolo i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti nonché detenzione di droga ai fini di spaccio. Le due bande avevano a disposizione per i loro traffici armi da fuoco e veicoli dotati di un sofisticato "sistema di occultamento". Durante queste indagini, inoltre, è stato catturato a Dubai il latitante Bruno Carbone (stretto collaboratore del narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale e come quest'ultimo ora collaboratore di giustizia) e sequestrato di circa un quintale di sostanza stupefacente di vario tipo, armi da fuoco, le autovetture dotate di "sistema di occultamento", un ordigno esplosivo e centinaia di munizioni di vario calibro.

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