Europa / Il caso

Francia: da oggi in classe col divieto di indossare l'abito tradizionale musulmano abaya

Il lungo indumento simile a una tunica messo al bando dal governo Macron, così come il gamis per i maschi. Critica la segretaria generale del sindacato Cgt Sophie Binet: "Molto pericoloso tornare a scuola con questo annuncio che stigmatizza una parte della popolazione"

PARIGI. Circa 12 milioni di studenti tornano a scuola oggi in Francia in un clima dominato dal divieto per le giovani musulmane di indossare l'abaya, il lungo abito tradizionale che copre il corpo. Il ministro dell'Interno Gérald Darmanin ha inviato un messaggio alla polizia per sottolineare "la natura delicata di questo ritorno a scuola" sugli attacchi alla laicità nelle scuole.

"Ci sono 513 istituti che abbiamo identificato come potenzialmente interessati da questa questione all'inizio dell'anno scolastico", ha detto il suo omologo responsabile dell'Istruzione, Gabriel Attal, alla radio Rtl. È l'intero esecutivo che, in nome della difesa della laicità, ha chiesto di "unirsi" su questo divieto che riguarda anche l'uso del qamis, la versione maschile di questo indumento (simili sono anche dishdasha, kandura e thawb).

La segretaria generale del sindacato Cgt. Sophie Binet, ha tuttavia ritenuto "molto pericoloso tornare a scuola con questo annuncio", che "stigmatizza una parte della popolazione". Come previsto dalla legge del 2004 che vieta di indossare simboli religiosi vistosi, gli alunni recalcitranti saranno accolti dall'istituto ma non in classe e si aprirà una fase di dialogo tra la famiglia e l'Educazione nazionale.

Sulla scia del capo dello Stato Emmanuel Macron, che ha deciso di fare della scuola "il suo dominio riservato", a due mesi dalle rivolte che hanno scosso il Paese, il governo francese vuole incarnare una linea di fermezza in materia educativa, ad esempio sulla laicità.

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