La fuga / Il clamore

Sette giovani detenuti evadono dal carcere minorile Beccaria a Milano: due sono stati presi

Ieri sera alcuni reclusi hanno appiccato fuoco ai materassi. Quattro agenti di Polizia penitenziaria sono rimasti intossicati dal fumo. In arrivo oggi i vertici del Dipartimento della giustizia minorile, all’appello mancano ancora cinque evasi

MILANO. Sette giovani detenuti del carcere Beccaria di Milano, forse approfittando di lavori in corso da tempo nel penitenziario o dei ranghi ridotti della polizia penitenziaria nel giorno di Natale, sono evasi dalla struttura ieri, 25 dicembre, attorno alle ore 16.30. Hanno tutti tra i 17 e i 19 anni. 

Pare che la fuga sia avvenuta attraverso un varco nel muro, in due sono già stati riportati nel penitenziario. Mentre erano in corso ricerche a tappeto per gli altri cinque, ieri sera alcuni reclusi hanno appiccato fuoco ai materassi. Sul posto sono giunti cinque mezzi dei vigili del fuoco per tenere la situazione sotto controllo, ma quattro agenti di Polizia penitenziaria sono rimasti intossicati dal fumo. Hanno 25, 26, 27 e 34 anni e sono stati trasportati all’ospedale San Carlo, nessuno in gravi condizioni.

Data l’entità dell’evasione sono rientrati in servizio tutti gli agenti reperibili, e oggi (26 dicembre) arriveranno nella casa circondariale i vertici del Dipartimento della giustizia minorile, tra i quali il direttore generale Giuseppe Cacciapuoti che inizierà ad approfondire come sia potuta avvenire una così clamorosa evasione.

Il leader della Lega Matteo Salvini si è detto «sconcertato», stato d’animo condiviso dal sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari. «Siamo in contatto con la direttrice del carcere - ha aggiunto Ostellari - per approfondire le modalità con cui si è verificato il fatto. Ringrazio il reparto di Polizia penitenziaria, prontamente rientrato nella sua interezza in servizio, il Nic e le altre Forze dell'ordine che da subito hanno avviato un'intensa attività di ricerca degli evasi. Visiterò di persona l'istituto. Ciò che è accaduto non si deve ripetere. Vanno individuate soluzioni efficaci e immediatamente disponibili per scongiurare episodi simili».

Come ha ricordato il segretario generale della Uilpa, Gennarino De Fazio, negli istituti minorili, per ragioni connesse anche al sovraffollamento penitenziario nelle carceri, l’età dei detenuti può arrivare fino a 25 anni. «Molte delle problematiche che investono le carceri - sottolinea il sindacalista - si ritrovano anche negli istituti penali per minorenni. Sono in vorticoso aumento i casi d'aggressione agli operatori, di sommosse e, come in questo caso, di evasione. Ciò è evidentemente imputabile a una serie di fattori, tra cui l’innalzamento del limite d’età».

«Da tempo - continua - ripetiamo che il sistema d'esecuzione penale va ripensato e che vanno riorganizzati e potenziati il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. Auspichiamo di poterci presto confrontare con il Ministro della Giustizia e i Sottosegretari delegati per la ricerca di un percorso riformatore e soluzioni concrete che vadano al di là dei meri proclami».

«Abbiamo più volte detto che urgono stanziamenti straordinari in termini di risorse umane e materiali ma anche la modifica del modello detentivo attualmente fallimentare perché votato a una sorta di autogestione da parte dei detenuti lasciati tutto il giorno ad oziare all'interno delle sezioni detentive», sostiene Giuseppe Moretti, segretario dell'Uspp, altra sigla sindacale della polizia penitenziaria. 

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