Italia / Il dramma

Morta una delle donne ferite nella sparatoria a Roma

Fabiana De Angelis era gravissima, il bilancio del raid del killer in un bar sale a quattro vittime

ROMA. È morta Fabiana De Angelis, una delle donne ferite da Claudio Campiti nel corso della sparatoria avvenuta domenica a Roma nella quale sono morte altre tre donne.

De Angelis era ricoverata in condizioni gravissime in ospedale, dove resta ancora una donna ferita, Bruna Martelli. Sale a quattro il bilancio delle vittime della sparatoria.

"Gli accertamenti diagnostici effettuati in queste ore hanno evidenziato un quadro clinico irreversibile. È stata dichiarata la morte cerebrale della paziente". È quanto fa sapere la direzione sanitaria dell'ospedale Sant'Andrea dove De Angelis era ricoverata, esprimendo "il proprio sentito cordoglio alla famiglia".

Per la prima volta Claudio Campiti, l'uomo fermato per la strage di Fidene, si confronterà con i magistrati. L'udienza di convalida del fermo, richiesta dal pm Giovanni Musarò, avverrà all'interno delle mura del carcere romano di Regina Coeli e l'uomo dovrà rispondere di accuse gravissime: triplice omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione.

Dagli accertamenti in corso da parte degli inquirenti, intanto, emergono nuovi particolari sul suo passato: per due anni, dall' aprile del 2020 al settembre scorso, aveva percepito il Reddito di cittadinanza. La mattina di domenica scorsa Campiti, 57 anni, ha sottratto una pistola al poligono di tiro di Tor di Quinto e poi ha fatto irruzione nel gazebo di un bar nella zona di Colle Salario, dove era in corso una riunione dei soci del Consorzio Valleverde, nel Reatino, con il quale da anni era in lite. Ha fatto fuoco, lasciando a terra tre donne e ferendo altre tre persone; una è ancora gravissima, ricoverata in rianimazione in ospedale.

Con sé aveva il passaporto, lo zaino pieno di vestiti e oltre seimila euro in contanti: secondo gli inquirenti progettava la fuga. Questo, e la sottrazione dell'arma dal tiro a segno di cui era appassionato socio da quattro anni, fanno pensare ai magistrati a un delitto premeditato.

Che si è compiuto a più di ottanta chilometri da Ascrea, in provincia di Rieti, dall'edificio mai terminato nel cui seminterrato l'uomo si era insediato dopo la separazione dalla moglie. Da quell'alloggio fatiscente e senza allaccio fognario, tramite il suo blog, lanciava accuse dai toni deliranti nei confronti degli altri membri del Consorzio.

A suo carico c'erano già delle denunce, a causa delle quali s'era visto respingere la richiesta di porto d'armi. Domenica mattina con sé aveva un secondo caricatore e ben 170 proiettili: il bilancio delle vittime poteva essere anche peggiore se i condomini stessi, superato lo choc iniziale, non avessero reagito aggredendo l'uomo a loro volta, per disarmarlo.

Silvio Paganini, 67 anni, rimasto ferito al volto ma senza gravi conseguenze, è stato personalmente ringraziato dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dall'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato per il suo coraggio.

E, secondo quanto racconta un testimone al 'Messaggero', un ruolo fondamentale nel bloccare il killer l'avrebbe avuto Elisabetta Silenzi - una delle tre vittime assieme a Sabina Sperandio e Nicoletta Golisano - che avrebbe cercato di sorprendere Campiti alle spalle ma sarebbe stata abbattuta a bruciapelo.

Il sindaco Gualtieri ha deposto un mazzo di fiori nei pressi del bar, prima di andare in ospedale a visitare una delle donne ferite, l'80enne presidente del Consorzio. Per lei e per le altre persone coinvolte nel delitto, la Regione ha attivato l'assistenza psicologica. La procura di Roma ha anche avviato delle verifiche di natura fiscale sull'uomo che, a quanto pare, da molto tempo si rifiutava di pagare le quote consortili.

Nel suo passato c'era la morte del figlio adolescente nel 2012 in un incidente di montagna, una tragedia mai del tutto superata. Aveva perso, oltre alla moglie, anche il lavoro. Dalle verifiche è emerso che da aprile 2020 a settembre scorso il 57enne aveva percepito il reddito di cittadinanza.

Domani, dunque, l'udienza di convalida del fermo per Campiti, che per ora è l'unico indagato.

Ma i carabinieri stanno battendo anche un altro fronte, quello del poligono di tiro di Tor di Quinto, dal quale l'uomo è riuscito a portar via l'arma del delitto: saranno acquisiti i verbali di entrata e di uscita e anche le immagini delle telecamere di sicurezza per capire se ci siano state falle nei meccanismi di sorveglianza.

Campiti ha potuto prelevare in armeria una Glock '45 lasciando un documento, ma non è mai arrivato alla linea di tiro: è andato a puntarla su bersagli umani. Ieri il prefetto di Roma Bruno Frattasi ha annunciato una stretta sui controlli nei poligoni di tiro, e d'accordo s'è detto oggi il capo della Polizia Lamberto Giannini: "E' una tematica assolutamente all'attenzione".

 

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