Italia / Il caso

Campania, violenze sui detenuti: rinviati a giudizio 105 agenti e funzionari

L'inchiesta sugli episodi avvenuti il 6 aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere

NAPOLI. Sono stati tutti rinviati a giudizio i 105 imputati, tra poliziotti penitenziari, funzionari del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e dell'azienda sanitaria locale, accusati a vario titolo di responsabilità in ordine alle violenze ai danni dei detenuti avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) il 6 aprile 2020.

La decisione è stata emessa dal giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Pasquale D'Angelo, che ha rinviato tutti al dibattimento che inizierà il 7 novembre prossimo davanti alla Corte d'assise del tribunale sammaritano.

Il giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere ha fissato per il 25 ottobre prossimo l'udienza in cui si terrà il processo con rito abbreviato (davanti allo stesso gup) per due imputati che ne hanno richiesta, tra cui il commissario capo della polizia penitenziaria Anna Rita Costanzo, ritenuta tra gli organizzatori delle violenze.

Tra le accuse contestate a quasi metà degli agenti c'è quella di tortura, fattispecie introdotta pochi anni fa e contestata per la prima volta a così tanti funzionari pubblici; c'è anche l'omicidio colposo del detenuto algerino Lakimi Hamine, addebitato a 12 imputati. Uno degli imputati, su richiesta della Procura, accolta dal gup, è stato prosciolto: si tratta dell'agente 50enne della Penitenziaria Luigi Macari.

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