Guerra / Il punto

Ancora bombe, Kiev teme le armi chimiche russe e ordina grandi quantità di antidoto

Ancora orrore in Ucraina, mentre Mosca tenta di respingere le accuse sul missile che ha colpito la stazione di Kramatorsk. Intanto il Cremlino mette al bando le organizzazioni umanitarie, come Amnesty International e Human Rights Watch, che replicano: "Non ci arrenderemo e continueremo a denunciare tutte le violazioni"

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SCHEDA Quello che (forse) non sapete di Zelensky

ROMA. Ancora bombe, morti civili, scambi di accuse, terrore inn Ucraina, ormai da un mese e mezzo sotto invasione russa.

Sale a oltre cinquanta morti il bilancio dell'attacco con missili alla stazione di Kramatorsk, dove sono stati colpiti civili in attesa dei treni per fuggire dalla città. Mosca tenta di respingere le accuse sulle responsabilità di questo ennesimo episodio crudele e sanguinoso dell'invasione in Ucraina.

Nel frattempo, Mosca ha deciso di allontanare quindici Ong scomode, fra le quali Amnesty International e Human Rights Watch. Ma la rezione di chi difende i diritti umani è immediata e dura.

"Non ci arrenderemo": le autorità russe "si sbagliano profondamente se credono che chiudendo il nostro ufficio a Mosca interromperanno il nostro lavoro di documentazione e denuncia delle violazioni dei diritti umani. Continuiamo imperterriti a lavorare per garantire che le persone in Russia possano godere dei propri diritti umani senza discriminazioni. Raddoppieremo i nostri sforzi per denunciare le clamorose violazioni dei diritti umani da parte della Russia, sia in patria sia all'estero".

Così Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, replica alla chiusura della sede locale da parte di Mosca. "Non smetteremo mai di lottare per la liberazione dei prigionieri di coscienza detenuti ingiustamente per aver difeso i diritti umani - aggiunge -. Continueremo a difendere la capacità del giornalismo indipendente di riportare fatti reali, libero dall'intervento del governo russo. Continueremo a lavorare incessantemente per garantire che tutti coloro che sono responsabili di aver commesso gravi violazioni dei diritti umani, in Russia, Ucraina o Siria, ne rispondano davanti alla giustizia. In parole povere, non ci arrenderemo mai".

Intanto, mentre gli Stati Uniti continuano ad aumentare la pressione sulla Russia in risposta all'invasione dell'Ucraina con lo stop alle importazioni di energia, Kiev è alla conta dei morti e dei feriti nella nuova strage causata da un missile sulla stazione di Kramatorsk, ad Est, e nel timore di attacchi chimici comincia a procurarsi fiale di possibile antidoto. Zelensky tuona sui social: "A Kramatorsk ennesimi crimini di guerra".

"Come il massacro di Bucha, come tanti altri crimini di guerra russi, l'attacco a Kramatorsk deve essere inserito tra le accuse che saranno portate in tribunale, cosa che dovrà accadere", dice nell'ultimo video commentando la strage ci sui sono rimaste vittime oltre 50 persone.

"Tutti gli sforzi del mondo - sottolinea - dovranno essere diretti a ricostruire ogni minuto. Chi ha fatto cosa, chi ha dato gli ordini, da dove sono arrivati i razzi, chi li ha portati, chi ha dato l'ordine e come l'attacco è stato organizzato. La responsabilità è inevitabile".

Ieri in Ucraina anche la visita commossa a Bucha della presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen: "Qui, l'umanità in frantumi".

Poi l'incontro con Zelensky, al quale ha consegnato il questionario per l'adesione dell'Ucraina all'Ue.

Nel timore di armi chimiche intanto Kiev ha ordinato circa 220mila fiale di atropina, sostanza che può essere utilizzata per contrastare eventuali effetti di armi chimiche come gli agenti nervini. Li sta procurando, secondo quanto riferito dal Wsj, l'organizzazione umanitaria americana Direct Relief.

Incessanti le operazioni dei corridoi umanitari: solo nella giornata di ieri sono state evacuate da aree più a rischio 6.665 persone.

Tuttavia a Melitopol, denuncia Kiev, i russi stanno bloccando da un giorno otto bus di civili.

Sul missile che si è abbattuto sulla stazione ferroviaria di Kramatorsk si legge la scritta, in russo, "per i bambini".

Lo denuncia la televisione ucraina Ukraine 24 su Telegram, pubblicando un video in cui vede il missile, parzialmente distrutto, con la scritta bianca in cirillico.

Impossibile al momento stabilire chi abbia scritto la frase sul razzo.

Il missile della strage di Kramatorsk è "un Tochka-U", in dotazione non solo alle forze armate ucraine ma anche a quelle russe, e non risulta abbattuto dalla contraerea, essendo sostanzialmente integro.

Lo dice Pietro Batacchi, direttore della Rivista italiana difesa (Rid), dopo aver esaminato le foto del missile, dalle quali si può evincere anche l'avvenuto sgancio delle bombe a grappolo.

"Dalle foto - afferma Batacchi - si tratta di un Tochka-U, che non sembra abbattuto da contraerea.

Il missile è in dotazione sia alle forze ucraine sia a quelle russe. I russi lo avevano tolto dal servizio qualche anno fa, ma poiché i più moderni Iskander stavano finendo, l'hanno rimesso in servizio ed il suo impiego da parte dei russi è stato già documentato in altre occasioni in Ucraina".

Sul missile c'è un rimpallo di responsabilità tra Russia e Ucraina: la commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino Lyudmyla Denisova sostiene che "l'esercito criminale russo ha usato un missile a grappolo ad alta precisione Iskander".

D'altro lato, il ministero della Difesa russa ha respinto l'accusa di aver commesso l'attacco, sostenendo che si tratta di un missile Tochka-U "utilizzato solo dalle forze ucraine".

Sul fronte delle sanzioni gli Usa inaspriscono le misure nei confronti di Mosca. Il presidente Joe Biden ha firmato la legge che vieta le importazioni di energia dalla Russia e quella che interrompe le normali relazioni commerciali con Mosca.

A compiere un passo simile l'Unione europea non sembra ancora pronta: l'embargo Ue al petrolio russo dovrà aspettare.

La questione non sarà trattata dai ministri degli esteri dell'Ue lunedì: "Non c'è l'unanimità".

Entra comunque in vigore un quinto pacchetto di sanzioni europee contro Mosca, tra cui lo stop al carbone da agosto. Sono 217 le personalità russe che entrano nella black list. Tra queste le due figlie di Putin, Ekaterina Tikhonova e Maria Vorontsova, e l'oligarca patron di Rusal, Oleg Deripaska. Contemporaneamente Standard&Poor's ha declassato il debito russo in valuta estera della Russia da CC a SD, cioè in default selettivo.

Il downgrade riflette il pagamento in rubli di bond denominati in dollari con scadenza 4 aprile.

"Non ci attendiamo che gli investitori siano in grado di convertire in dollari il pagamento effettuato in rubli, o che il governo sia in grado di convertire" i rubli in dollari durante il periodo di grazia di 30 giorni, afferma S&P.

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