Guerra / Le vittime

Ucraina, l'allarme dell'Oms: si rischia anche un'impennata della pandemia

L'Organizzazione mondiale della sanità mette in guardia sull'impatto della guerra nella diffusione del covid nel Paese invaso, dove il tasso di vaccinazione resta fermo al 34%

NEW YORK

NEW YORK. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si dice preoccupata dalla possibilità che la guerra in Ucraina possa peggiorare la situazione sul fronte del Covid-19.

Il tasso di vaccinazione ucraino è al 34%.

"Prima del conflitto, l'Ucraina aveva registrato una recente ondata di casi di Covid-19.

I bassi tassi di test dall'inizio del conflitto significano che è probabile che ci sia una significativa trasmissione non rilevata.

Insieme a una bassa copertura vaccinale, questo aumenta il rischio di grandi numeri di persone che possono sviluppare malattia grave".

Come noto, per i profughi in fuga dalla guerra che vengono accolti in Italia si prevede un preciso percorso di assistenza sanitaria che comprende l'immediato test covid, la successiva sorveglianza e la vaccinazione.

Più di 200 strutture sanitarie dell'Ucraina si sono trovate lungo le linee di conflitto o in aree di controllo modificate nel corso della prima settimana di conflitto con la Russia.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), nel primo bollettino elaborato per fare il punto sulla situazione sanitaria in Ucraina, evidenzia come la possibilità di offrire assistenza ai malati e ai feriti in Ucraina sia diventata molto difficile.

In certe aree "si rischia l'interruzione dei servizi sanitari". Ci sono segnalazioni, "alcune già verificate", di strutture sanitarie "danneggiate o distrutte".

Almeno tre importanti impianti di ossigeno sono stati chiusi e le forniture sono "pericolosamente basse"; questo "ostacola il trattamento di una serie di condizioni, incluso il Covid-19".

Raggiungere le strutture sanitarie è difficile, a causa degli attacchi armati, dei danni alle strade e ai mezzi di trasporto, della mancanza di carburante e delle difficoltà di spostamento nelle zone dove c'è la presenza di militari. Ci sono "molti insediamenti isolati, che non hanno farmacie o centri medici".

Le catene di approvvigionamento di farmaci, forniture mediche e altri beni sono state interrotte e, spiega l'Oms, "vengono già segnalati problemi legati alla scarsità di medicinali salvavita ed essenziali, come ossigeno e insulina, dispositivi di protezione individuale, forniture chirurgiche, anestetici ed emoderivati". Inoltre, ci si prepara a una grave carenza di personale sanitario, "sia per questioni di sicurezza che per gli spostamenti, all'interno del Paese o nei Paesi vicini".

 

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