Politica / Il voto

Quirinale, anche alla settima tornata sarà fumata nera. Slitta il nuovo vertice di maggioranza

Alle 9.30 sono ricominciate le operazioni di voto, ma la gran parte dei grandi elettori non partecipa. Rinviato il previsto confronto fra i leader: Conte non è arrivato. Intanto, dopo i nomi di donna (specie di Elisabetta Belloni) proposti e poi saltati ieri sera, riprendono quota le ipotesi Mattarella bis (auspicato dal Pd) e Casini (sospinto dai centristi e Fi) ma restano in corsa Draghi e Cartabia . Il centrodestra spaccato dopo il flop di Casellati, ora Salvini non è più il portavoce nei summit, ci va anche Tajani

TEMPORANEA Ieri l'intesa annunciata e poi scomparsa su un nome di donna

TRENTO. Dopo il caos di ieri, questa mattina alle 9.30 è cominciata la settima votazione per il presidente della Repubblica, ma sarà un'altra fumata nera.

Intanto, dopo i confronti nei partiti è previsto in mattinata un vertice della maggioranza di governo al quale oltre a Salvini, Letta e Conte dovrebbero partecipare Renzi, Tajani di Forza Italia e forse altri rappresentanti.

Il vertice dei leader di maggioranza era previsto alle 9 ma è stato poi sospeso e riaggiornato.

"Conte non è venuto", spiega il leader Iv Matteo Renzi arrivando in Transatlantico.

Fonti M5s fanno sapere che "il presidente Conte e gli altri leader hanno convenuto di aggiornare più tardi in mattinata il vertice di maggioranza".

Frattanto è in corso nell'Aula di Montecitorio la settima votazione per eleggere il presidente della Repubblica.

 I senatori della maggioranza che sostiene il governo Draghi o non hanno finora risposto alla chiama o si stanno astenendo, salvo eccezioni.

Teresa Bellanova e Francesco Bonifazi e la deputata Lisa Noja di Iv infatti hanno risposto alla chiama.

Tajani parteciperà al vertice sia come coordinatore nazionale di Forza Italia sia in rappresentanza del raggruppamento centrista. 

Si tratta di forze che insistono sul nome d Pier Ferdinando Casini, come è emerso al termine di una riunione durata circa un'ora e mezza alla quale hanno partecipato Tajani, Lorenzo Cesa dell'Udc, Maurizio Lupi per Noi per l'Italia e Giovanni Toti e Paolo Romani per Coraggio Italia.

Un vertice importante perché, dopo lo strappo tra Forza Italia e il resto del centrodestra, sancisce la nascita di un nuovo gruppo di grandi elettori che porteranno avanti trattative autonome. 

"Il mio nome può essere sul tavolo solo se rappresenta un momento di unità e di convergenza. L'Italia viene prima delle nostre ambizioni personali",  ha risposto Pier Ferdinando Casini a un cronista dell'Ansache lo ha intercettato sotto casa, nei pressi di piazza del Gesù.

"Oggi si riparte con un metodo di confronto caratterizzato da un elemento in più: il centrodestra si è formalmente spaccato. Politicamente è un punto essenziale", ha detto il segretario Pd Enrico Letta, secondo quanto riferito da fonti del Nazareno, all'assemblea con i grandi elettori in corso alla Camera.

"Si è ragionato di vari nomi, tanti, dal nome di Draghi, a Mattarella, la Cartabia, la Severino, la Belloni e gli altri come Amato e Casini. Attorno a tutti questi nomi si è cominciato a discutere. Poi ciascuno ha fatto delle verifiche a casa sua", ha detto Letta, secondo quanto riferito da fonti del Nazareno, all'assemblea con i grandi elettori alla Camera.

"È durissima. Fortuna che c'è il Pd. Fortuna che c'è l'unità del Pd", ha aggiunto Letta fra gli applausi.

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