Emilia / Il caso

Due bimbe residenti a Piacenza infibulate nel loro paese d’origine, il padre arrestato

La pratica di mutilazione dei genitali femminili è vietata e punita dal codice penale italiano anche se il reato è commesso all'estero

PIACENZA. Il padre di due bimbe residenti a Piacenza, sottoposte alla pratica dell'infibulazione nel loro Paese d'origine, è stato arrestato dai carabinieri. Ne dà conto il quotidiano piacentino Libertà che aveva segnalato la vicenda. La misura di custodia cautelare è stata eseguita diverse settimane fa, il caso risale all'inizio dell'estate.

L'infibulazione, la pratica di mutilazione dei genitali femminili, è vietata e punita dal codice penale italiano anche se il reato è commesso all'estero. L'uomo aveva approfittato di un viaggio in Africa durante l'estate per sottoporre le bimbe all'infibulazione. A segnalare la vicenda sono stati i medici dell'Asl di Piacenza che avevano visitato le bambine. Procura e carabinieri, che stanno indagando, mantengono sul caso il più stretto riserbo.
 

"E' un nuovo campanello d'allarme sulla condizione femminile in troppe famiglie di immigrati dentro cui vige un regime talebano", afferma in una nota la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini. "La mutilazione genitale - prosegue - è severamente punita in Italia grazie alla legge Consolo, ma è un'usanza tribale che, pur non essendo legata ad alcun precetto religioso, viene purtroppo ancora praticata e suggerita da alcuni imam provenienti soprattutto da Somalia ed Egitto. Occorre una grande mobilitazione sociale e culturale per impedire questi abusi che pregiudicano per sempre la vita di ragazze a cui è vietato occidentalizzarsi, come ha tragicamente dimostrato l'atroce vicenda di Salman. Se i genitori non accettano di integrarsi, bisogna alzare il livello di sorveglianza per impedire questi inammissibili soprusi".

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