Politica / Il caso

Concessione A22, le mire dei veneti e il silenzio di Fugatti, Team K: «Se accade, salta anche la giunta Kompatscher»

Il blitz del Carroccio alla Camera con perfetto tempismo: il 31 luglio scade il termine del rinnovo, poi tutti gli scenari aperti. Conzatti: «Il nostro presidente della giunta scelga fra il Trentino e il partito»
RETROSCENA Il colpo di mano dei leghisti a Roma

TRENTO. A dare fuoco alle polveri, è stato l’articolo dell’Adige (di Domenico Sartori) due giorni fa, rivelando quanto era successo in una seduta notturna alla Camera dei Deputati: un blitz dei leghisti veneti (capitanati dall’onorevole Stefani, fedelissimo di Zaia) ha introdotto nel Decreto Semplificazioni una clausola, che autorizza la Cav (società di gestione delle autostrade venete, compartecipata dalla Regione Veneto e da Anas) ad estendere la propria attività anche a d autostrade «delle regioni confinanti». Che – è chiaro a tutti – significa A22, la cui concessione è scaduta da anni e deve essere rinnovata entro il 31 luglio. E non a caso i veneti leghisti si sono mossi con sorpreendente tempismo.

A Bolzano non l’hanno presa bene. Se la Svp e il governatore Kompatscher tacciono, a uscire allo scoperto è il Team K, il gruppo consiliare regionale ex 5 Stelle: «Che interesse ha la Lega trentina e il presidente Fugatti a far saltare la possibilità di ottenere la concessione dell'A22 tramite una società regionale pubblica? Perché perdere dai 70 agli 80 milioni annui di dividendi; un tesoretto di centinaia di milioni accantonati per opere infrastrutturali destinate a mitigare le esternalità negative su ambiente e salute causate dal traffico; la possibilità di attuare provvedimenti per spostare il traffico su rotaia (che solo una società pubblica territoriale potrebbe implementare, certo non una società privata o fuori regione)? Queste domande sorgono spontanee assistendo ai tentennamenti di Fugatti» chiede il Team K in una nota.

«Se le notizie riportate dalla stampa trovassero davvero riscontro, si tratterebbe di un danno enorme per i cittadini e la Regione. Perdere il controllo pubblico dell'A22 imporrebbe le dimissioni di Fugatti e anzi, Kompatscher dovrebbe riflettere se far saltare la giunta subito, considerate le inquietanti premesse», conclude Köllensperger. 

Maurizio Fugatti ha ora in mano la palla: l’ultima parola, in quanto Provincia e Regione autonoma, spetta a Trento. Ma saprà Fugatti dire di no a Zaia?

«Dirimente, ora, è il comportamento di Fugatti: capiremo se metterà al primo posto gli interessi del Trentino o quelli del suo partito». È preoccupata, Donatella Conzatti, senatrice di Italia Viva. Preoccupata per la situazione di stallo del rinnovo della concessione di A22. Preoccupata per quello che si profila. Mancano pochi giorni al 31 luglio, termine ultimo - e questa volta pare davvero sia l’ultimo - per un accordo tra soci pubblici di Autostrada del Brennero spa e governo. Dopodiché, ad oggi, sul tavolo non restano che due soluzioni: o la inevitabile, da agosto, messa a gara della concessione; o il subire, visto da Trento e Bolzano, il progetto di un “Polo delle autostradale del NordEst”, quello da sempre voluto dal “governatore” veneto Luca Zaia.

L’ulteriore passo verso questo progetto è quello descritto ieri da l’Adige: la modifica legislativa, proposta dai deputati veneti della Lega Salvini Premier e approvata dalle commissioni riunite Affari costituzionali e Ambiente Territorio Lavori Pubblici della Camera.

«L’iniziativa legislativa della Lega è legittima, ma potenzialmente pericolosa per A22» dice Donatella Conzatti. Perché? Pare difficilmente concretizzabile... «Diciamo che è una norma prodromica al progetto di Zaia di Polo autostradale del NordEst e che arriva in un momento sempre più complicato per A22: la concessione è in proroga dal 2014 e solo in questa legislatura ci sono state quattro proroghe al termine per un accordo che eviti la gara. Un tempo in cui i soci pubblici di Autobrennero non sono stati in grado di presentare una proposta unanime, condivisa, che mettesse il governo in grado di accettarla. Anche l’ultima soluzione, il riscatto delle azioni per liquidare i privati, per me impraticabile, è rimasta in un cassetto. I soci pubblici territoriali sono rimasti fermi...».

Un’intesa l’hanno trovata sul proporre al governo di attivare per A22 una finanza di progetto, che salva il meccanismo della gara ma garantirebbe ad Autobrennero il diritto di prelazione. «La finanza di progetto è esclusa dal codice degli appalti per le concessioni autostradali. Ed è difficile modificare la norma per via parlamentare, né il governo pare muoversi in tale direzione. I 5 Stelle si metterebbero di traverso ad una modifica della norma che evita cartelli in materia di autostrade».

Se è così, una società “pubblica” per l’intero NordEst potrebbe essere una soluzione, in alternativa alla gara? «Tecnicamente, potrebbe reggere. Ma politicamente sarebbe una sconfitta, perché la gestione dell’A22 è strategica per due Province e una Regione autonome. Accettare il disegno di Zaia equivale a declassarci a regione ordinaria: una sconfitta per l’autonomia».

Manca una settimana al 31 luglio. Fin qui, dal ministro Giovannini non sono arrivate risposte. Come se ne esce? «Io caldeggio una interlocuzione, da parte di Fugatti e Kompatscher, con il governo e con il presidente Draghi, per arrivare ad una soluzione a vantaggio di tutti e che confermi in capo a Trento e Bolzano la gestione di A22. La soluzione più semplice, l’affido in house all’attuale Autobrennero, con i privati in minoranza, sarebbe quella più logica. Ma il problema è che c’è una gestione in proroga da sette anni, ed è quindi difficilmente percorribile». 

Che si tratti di costruire – sotto l’egida del Carroccio – un «polo autostradale triveneto» è paventato da molti. A fare scudo ci sono anche gli autonomisti trentini.

Per il Patt, la proroga della concessione di A22 pare molto complessa, così come creare una società inhouse data la necessità di liquidare i soci privati. «Di fronte a questo scenario» dice Simone Marchiori, segretario del Patt «è il tempo, soprattutto, di procedere uniti e coesi fra Trento e Bolzano. Adesso bisogna dimostrare che l’obiettivo e la strada per realizzarlo sono unici e condivisi. Anche perché c’è chi, legittimamente, ne sta approfittando e si sta muovendo, come Zaia e i parlamentari veneti della Lega».

«Il punto focale della questione, su cui sono certo ci sia la convergenza della Svp, ma mi auguro emerga con forza anche quella della maggioranza trentina» aggiunge Marchiori è che A22 non può finire in un fantomatico “polo autostradale del Nord-Est».

Il segretario del Patt fa una proposta alternativa: «A questo punto, se la gara appare sempre più vicina e ineludibile, piuttosto che subire gli eventi, non è forse meglio iniziare a muoversi e a costruire una rete in grado di partecipare e vincere la gara per la concessione? A patto però che si guardi a nord: Trentino, Suditirolo e Land Tirol avrebbero le carte in regola e, probabilmente, anche il tessuto imprenditoriale in grado di far fronte comune. In questo modo la parte alpina del corridoio del Brennero sarebbe gestita da territori omogenei e con le stesse necessità».

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