Animali /  La storia

La storia dell’ibis eremita “prigioniero” in una stanza di un ufficio abbandonato di Arco

Animali rari, hanno un trasmettitore Gps che segnala la loro posizione: per «Salvatore» da giorni indicava che non riusciva a spostarsi o a volare, e infatti era intrappolato, ma adesso è tornato libero

ARCO. Una storia, per fortuna a lieto fine, di animali. E’ la storia di Salvatore, un rarissimo esemplare di ibis eremita: una specie così rara che i pochi esemplari in Italia vengono seguito con un trasmettitore Gps che indica la loro posizione. Ma il segnale di Salvatore, nei giorni scorsi, si era perso nella trafficata via Santa Caterina. Una situazione anomala, avevano detto subito i volontari che lo accudiscono: il trasmettitore continuava a segnalare, ma la posizione era ristretta a pochi metri di raggio. Quindi: non era fermo, perciò Salvatore non era morto. Ma per qualche motivo non poteva volare via. Di qui la prima ipotesi poi rivelatasi corretta: l’ibis era prigioniero in una stanza.

E infatti si era smarrito in un ufficio in disuso nel complesso «Azzolini» ma grazie alle numerose segnalazioni e all’appello diffuso sui social dalla pagina «Bentornato Ibis» che monitora e fornisce costanti aggiornamenti sugli spostamenti di questi uccelli migratori, mercoledì è stato ritrovato, come confermato dagli stessi gestori della pagina Facebook, con grande gioia dei - numerosi - utenti che seguono i movimenti di questi volatili.

Pochi giorni prima, la sua presenza ad Arco era stata notata e immortalata sui social proprio in via Santa Caterina, mentre era appollaiato sopra un cartello stradale. Ora è di nuovo libero.

«Salvatore 137» - nome riportato sull’anello legato alla zampa - è nato nel 2016 e negli ultimi giorni si trovava in Trentino assieme a una femmina, «Nepomuk», nata del 2018. E dopo la sosta arcense, ora Salvatore è tornato a volare.

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