Fugatti e i presidenti leghisti «No alla zona rossa da sabato Consentire spostamenti a Natale»

di Redazione Web

«È impensabile immaginare in queste ore una chiusura a partire dal prossimo weekend, senza programmazione e senza la certezza di un piano definito per i rimborsi e una programmazione seria. In questo quadro, un'eventuale zona rossa su tutto il territorio nazionale smentirebbe le chiusure differenziate tra Regioni fortemente volute dal governo».

Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, aggiusta il tiro rispetto alle dichiarazioni fatte in mattinata sul via libera alla zona rossa. E il Pd trentino critica il presidente e chiede chiarezza sulla linea che giudica contraddittoria e tale da disorientare i cittadini.

Le osservazioni leghiste critiche sull'orientamento del governo sono arrivate in serata in una dichiarazione congiunta del segretario Matteo Salvini e dei numeri uno delle Regioni governate dal Carroccio, Trentino compreso.

Fra i firmatari anche Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Attilio Fontana (Lombardia) e Luca Zaia (Veneto). Gli amministratori leghisti oggi hanno tenuto una videoconferenza sulla crisi covid, sanitaria ed economica.

No, dunque, a un eventuale anticipo delle restrizioni natalizie (già il 21 scatteranno come da decreto quelle agli spostamenti interregionali per svago e salvo deroghe quelli comunali il 25, 31 e a Capodanno).

Ma anche una critica dura alla decisione di attuare misure centralizzate, uguali per tutto il territorio nazionale contgraddicendo la strategia di differeenziazione fin qui seguita ed elogiata dal governo.

Su questo punto oggi sono stati particolarmente critici i governatori di Lombardia e Liguria. Il presidente ligure, Giovanni Toti, ha ribadito la propria contrarietà all'istituzione di una zona rossa: «Non vedo perché imporla alla Liguria per Natale quando i cittadini in queste settimane si sono impegnati e sacrificati per far calare la curva del contagio e farci arrivare in piena zona gialla. Ci siamo dati delle regole i primi giorni di dicembre, decidendo di dividere il Paese in zone, e quelle regole hanno funzionato per contenere il covid. Non vedo perché cambiarle ora, alla vigilia delle festività natalizie».

La comunicazione collegiale leghista è avvenuta al termine di un colloquio tra il ministro della salute, Roberto Speranza, e Fedriga.

All'esponente di governo è stato espresso il no all’ipotesi (che ormai sembra comunque sfumare) di una chiusura per il prossimo fine settimana (19-20 dicembre). Inoltre si è chesto che in caso di divieti dal 24 dicembre, sia prevista assolutamente una deroga per consentire ai familiari lontani di trascorrere il giorno di Natale insieme, «con numeri limitati e prudenza come in tutti gli altri Paesi europei».

Gli italiani si stanno dimostrando rispettosi delle regole, la salute viene prima di tutto ma servono responsabilità e buonsenso perché il diritto alla salute va accompagnato al dirtitto al lavoro.

È impensabile immaginare in queste ore una chiusura a partire dal prossimo weekend, senza programmazione e senza la certezza di un piano definito per i rimborsi e una programmazione seria.

In questo quadro, un'eventuale zona rossa su tutto il territorio nazionale smentirebbe le chiusure differenziate tra Regioni fortemente volute dal governo.

Attendiamo che l'esecutivo si esprima ufficialmente e al più presto. Le restrizioni possono essere sostenute solo in presenza di immediati rimborsi per le attività danneggiate come avviene in tutta Europa e in particolare in Germania. Esprimiamo, inoltre, la volontà (sull'esempio europeo) di non dividere, isolare e dividere famiglie e italiani, che in 8 casi su 10 vivono in piccoli Comuni, almeno il giorno di Natale.

A proposito di scuole, infine, la riapertura del 7 gennaio sarà impossibile senza investimenti mirati su traporto pubblico ed edifici.

Il governatore Massimiliano Fedriga ha il mandato per trattare con il governo, in modo da evitare provvedimenti improvvisi, punitivi e non organizzati che rischiano di danneggiare famiglie e imprese già fortemente colpite dalla crisi".

In Trentino non è passata inosservata la scelta di Fugatti di riposizionarsi, dopo le dichiarazioni più decise sul via libera alla zona rossa nazionale eventualmente anche da sabato 19.

La capogruppo in consiglio provinciale del Pd, Sara Ferrari, accusa il presidente di essere ondivago e di assumere una linea contraddittoria: "La disciplina di partito non può condizionare le decisioni istituzionali. I trentini sono disorientati".

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