Da domani coprifuoco dalle 22 alle 5 In arrivo l'elenco delle "zone rosse" dove scattano 15 giorni di lockdown

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha firmato nella notte il nuovo dpcm, in vigore dal 5 novembre al 3 dicembre, per l’emergenza coronavirus. Il provvedimento mantiene l’impianto della bozza circolata ieri pomeriggio, di diverso c’è solo la possibilità per i parrucchieri di rimanere aperti anche nelle regioni che saranno classificate come «zone rosse», cioè quelle con le maggiori restrizioni.

Oggi sapremo quali sono i territori che fin da domani saranno per due settimane nel regime massimo di chiusure, che contempla limitazioni agli spostamenti non essenziali (lavoro, salute, are la spesa o andare in farmacia), con limitazioni anche ai viaggi fra comuni diversi, negozi chiusi ed estensione della didattica a distanza nelle scuole.

Potrebbe rientrare nell'area di massimo rischio anche l'Alto Adige, dove da domani scatta peraltro, su ordinanza provinciale, un lockdown per altri 11 comuni dichiarati zona rossa covid:  Bolzano, Vadena, Braies, Velturno, Villabassa, Meltina, Vipiteno, Egna, Nova Levante, Ponte Gardena e Nalles.

Sembrano destinate al lockdown anche Valle d'Aosta, Lombardia, Liguria e Calbvria. Ma le valutazioni sullo stato del rischio locale saranno costanti, dunque altre regioni, province o comuni potrebbero vedere scattare le misure massimali nel corso dei prossimi giorni, anche se la speranza è naturalmente in un andamento controllato dell'epidemia, senza l'estendersi delle zone più critiche.

Il dpcm prevede tra l’altro, per l'intero territorio nazionale, il coprifuoco dalle 22 alle 5 e la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana.


Conte resiste dunque all'ultimo pressing delle Regioni e, a tarda notte, firma il dpcm che istituisce da domani, giovedì 5 novembre, un regime di chiusure differenziate a seconda della fascia di rischio contagio alla quale appartiene una Regione.

Una riunione finale tra il capo del governo, i capi delegazione, i ministri Francesco Boccia, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli e il sottosegretario Riccardo Fraccaro mette un punto al braccio di ferro tra l'esecutivo e le Regioni e Province autonome.

Poche le concessioni del primo alle seconde, con un appendice: il capitolo ristori che, su pressing dei governatori, Conte sarà costretto ad allargare rispetto alle previsioni di qualche ora fa.

In una lettera inviata da Boccia e dal titolare della Salute Roberto Speranza alle Regioni i due ministri rispondono ai rilievi inviati sul dpcm.

Sull'elaborazione dei dati - decisiva per stabilire in quale fascia di rischio collocare una Regione - il decreto "garantisce il coinvolgimento" delle Regioni stesse, spiega il governo. Non solo, infatti, i governatori partecipano alla cabina di regia sull'emergenza sanitaria ma nel Dpcm si precisa che il ministero della Salute emetterà le ordinanze di chiusura "sentiti" i presidenti delle Regioni, si sottolinea nella lettera.

Nel parere espresso ieri sera sul provvedimento, le Regioni avevano ribadito «la richiesta di univoche misure nazionali ed, in via integrativa, provvedimenti più restrittivi di livello regionale e locale».

Nel dpcm ci sono misure che «destano forti perplessità  preoccupazione» e che «comprimono ruolo e compiti delle Regioni», attribuendo «al governo ogni scelta e decisione sulla base delle valutazioni svolte dagli organismi tecnici», si legge ancora nel parere. Per questo motivo «è indispensabile instaurare un contraddittorio per l’esame dei dati con i dipartimenti di prevenzione dei servizi sanitari regionali prima della adozione degli elenchi delle Regioni» caratterizzate da scenari elevata o massima gravità.

La missiva, sulla richiesta di ristori, assicura: il decreto sarà varato in settimana, le erogazioni saranno "tempestive".

Ma ora, a Conte, Gualtieri e Patuanelli spetterà trovare nelle prossime ore i soldi necessari a mitigare la rabbia di commercianti, ristoratori, gestori di bar delle zone rosse: tutti destinati a chiudere per almeno due settimane. "Non vanifichiamo lo sforzo di tutte quelle categorie che in questo momento hanno ridotto la propria attività", avverte il titolare degli Esteri Luigi Di Maio. La cifra di 1,5 miliardi probabilmente non basterà. E il rebus si complica perché, anche volendo, i tempi per chiedere un nuovo scostamento di bilancio sono strettissimi mentre, solo erogando risorse dopo il 10 dicembre queste potranno essere inserite nelle spese del 2021. E il 10 dicembre, per le Regioni, è troppo tardi. Non solo.

Al Mef e al Mise spetterà la complessa modulazione della platea dei destinatari dei ristori in un decreto che mette in campo chiusure "a fisarmonica". E c'è da riaffrontare anche il tema dei congedi parentali, destinati ad allargarsi con la Dad dalla seconda media in poi prevista per le Regioni nello scenario 4. Pochissime, invece, le limature al testo. I 21 parametri per classificare il livello di rischio di una Regione non cambiano, così come l'impianto delle chiusure. Rispetto alla bozza del pomeriggio c'è però una novità: barbieri e parrucchieri potranno restare aperti anche nelle Regioni "rosse".

Ecco le nuove misure, secondo la bozza del dpcm

Coprifuoco dalle 22 - "Dalle ore 22.00 alle ore 5.00 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l'arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi".

Stop agli spostamenti in aree a rischio - Nelle aree ad alto rischio che ricadono negli scenari 3 e 4 indicati nel documento dell'Iss - quelle caratterizzate da uno scenario di 'elevata gravità e quelle nelle quali ci sono situazioni di massima gravità - "è vietato ogni spostamento in entrata e uscita dai territori". Può riguardare intere "Regioni o parti di esse". La differenza tra le zone che ricadono nello scenario 3 e in quelle che rientrano nel 4 sta nel fatto che in queste ultime sono vietati anche gli spostamenti "all'interno dei medesimi territori", dunque a livello comunale e provinciale.

In zone a massimo rischio chiusi anche i negozi - Stop anche alle attività dei negozi e mercati nelle regioni, province e comuni a massimo rischio. Lo prevede la bozza del Dpcm all'articolo 1 ter. "Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari". Il provvedimento ferma anche i mercati, tutte le attività di bar e ristorazione (salvo la consegna a domicilio l'asporto consentito fino alle 22) e le attività sportive.

Resta invece consentita l'attività motoria "in prossimità della propria abitazione" e con obbligo della mascherina e l'attività sportiva "esclusivamente all'aperto e in forma individuale".

Per le aree ad alto rischio, dunque nelle zone arancioni, restano invece aperti i negozi ma chiudono bar e ristoranti. Limitato in queste zone anche "ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza" salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità.

La bozza del nuovo Dpcm prevede che a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale sia consentito "un coefficiente di riempimento non superiore al 50 per cento"; ciò con esclusione, però, del "trasporto scolastico dedicato".

Smart working ai massimi livelli possibili, sia nella Pubblica amministrazione sia nel settore privato, e ingressi differenziati del personale. In particolare, le pubbliche amministrazioni (salvo il personale sanitario e chi è impegnato nell'emergenza) dovranno assicurare "le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e l'effettività del servizio erogato" e "con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro della pubblica amministrazione". Sarà compito di ciascun dirigente di garantire il massimo livello di smart working. La bozza di Dpcm contiene anche la "forte raccomandazione" dell'utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati.

Mascherina obbligatoria alle elementari e medie  - La mascherina sarà obbligatoria a scuola per i bambini delle elementari e delle medie, anche quando sono seduti al banco.  "L'attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l'infanzia continua a svolgersi in presenza -si legge nel testo - con uso obbligatorio di dispostivi di protezione delle vie respiratorie salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina".

Stop alle crociere - Al fine di contrastare il diffondersi del coronavirus, la bozza prevede lo stop dei servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana. Il provvedimento fa salve le crociere in atto entro l'8 novembre. E' inoltre consentito alle navi di bandiera estera impiegate in servizi di crociera l'ingresso nei porti italiani esclusivamente ai fini della sosta 'inoperosa'.

Stop ai concorsi tranne per personale della sanità - E' prevista la "sospensione dello svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all'esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica ovvero in cui la commissione ritenga di procedere alla correzione delle prove scritte con collegamento da remoto, nonché ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario, ivi compresi, ove richiesti, gli esami di Stato e di abilitazione all'esercizio della professione di medico chirurgo e di quelli per il personale della protezione civile". Lo stop ai concorsi era stato previsto dal governo in una prima bozza del Dpcm del 24/10 salvo stralciare il comma successivamente, su richiesta delle Regioni.

Nei circoli sportivi vietato l'uso degli spogliatoi -  La bozza del nuovo Dpcm non chiude i circoli sportivi nei territori nazionali non soggetti a ulteriori restrizioni (come nelle zone rosse) ma vieta l'uso degli spogliatoi. L'articolo 1, comma f, ricorda che "sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l'erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi". "Ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre, l'attività sportiva di base e l'attività motoria in genere svolte all'aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall'Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana, con la prescrizione che è interdetto l'uso di spogliatoi interni a detti circoli".

Nelle zone rosse la bozza del Dpcm prevede la sospensione delle attività sportive, comprese quelle presso centri e circoli sportivi, anche se svolte all'aperto. E' solo consentito "svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo" di mascherine. Si può inoltre svolgere "attività sportiva esclusivamente all'aperto ed in forma individuale".

Il presidente Vda: il Governo ha ascoltato poco le Regioni - "Il Governo ha ascoltato poco le Regioni, a partire dai ristori per arrivare fino ai congedi parentali. Nella bozza del Dpcm si specificano bene i divieti ma poco le misure a favore della cittadinanza". Lo ha detto il Presidente della Regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz. Per quanto riguarda le nuove possibili misure restrittive nella regione alpina, a rischio di diventare 'zona rossa', Lavevaz ha ammesso che "il coprifuoco già adottato non basterà".

comments powered by Disqus