Fugatti intervistato a Roma «A22, manca pochissimo e la Valdastico va fatta»

La partita per la concessione di Autobrennero da chiudere. Il capitolo Valdastico ed il collegamento con il Veneto. E poi gli investimenti sul comparto pubblico e la responsabilità derivante dall’autonomia: «Siamo un modello al quale altri possono ambire».
Ospite del Forum Ansa a Roma, il governatore della Provincia, Maurizio Fugatti, ha parlato a tutto campo di mobilità, autonomia e della sua visione per il territorio.

Sulla concessione di Autobrennero «la partita è quasi chiusa», ha assicurato il presidente del Trentino. «Con il ministero delle Infrastrutture non è stato facile ma è stato un percorso condiviso. Si opterà per la soluzione in house, il ministro Toninelli vuole giustamente dire la sua, ma non ci sono problemi. In queste settimane noto poi che l’opinione pubblica si stupisce per quello che diciamo sull’autostrada della Valdastico: la faremo. Cercheremo di eliminare tutte le problematicità ambientali, alcune le abbiamo risolte, sicuro è che andiamo avanti», ha chiarito Fugatti.

Il quale ha poi espresso un giudizio sulle istanze di autonomia che provengono, sempre con maggiore insistenza, anche dalle regioni a statuto ordinario. «L’autonomia è positiva, innanzitutto perchè è una richiesta che arriva dal basso.
Lombardia e Veneto hanno avuto il coraggio di fare il referendum. Siamo autonomisti e federalisti anche per gli altri, la vediamo con interesse e favore. Più i territori crescono in termini di autonomia, maggiore è il livello della nostra autonomia. Siamo un modello di autonomia al quale altri possono ambire». Un processo, ha sostenuto Fugatti, che sarebbe «ingiusto fermare» se altri non si sentono pronti, perchè - ha aggiunto - «mancherebbe un processo virtuoso».

Sul futuro del Trentino, il governatore sembra avere le idee chiare: «In Trentino facciamo una politica anticiclica: abbiamo appena approvato per esempio un decreto legge che anticipa in parte le norme nazionali di semplificazione sugli appalti.
Crediamo che la crisi la devi contrastare investendo risorse nel pubblico». Risorse che servono anche per far funzionare i servizi, non soltanto nei centri urbani, ma anche nei territori di montagna più periferici: «Ho difeso il mantenimento dei Punti nascita. È stato riaperto il punto nascita di Cavalese in dicembre, l’unico riaperto. Dobbiamo lavorare sui servizi sul territorio montano, bisogna dare la possibilità alle famiglie di investire altrimenti la montagna si spopola. Questa è una sfida da non mancare», ha concluso Fugatti.

L'Ansa che lo ha intervistato a Roma, comunque, non ha fatto domende sulla soppressione dei corsi sul «genere», né sull'episodio del convegno con i dissidenti caricati dalla Polizia nella sede della Provincia in piazza Dante, né sulla denuncia da lui presentata contro i manifestanti che chiedevano di entrare al convegno.

Ha invece parlato di lupi: «Invito chi vive in città a mettersi nei panni di chi vive in montagna. Ho due figli di 8 anni e un lupo girava nelle vicinanze del mio paese, ma i miei figli li voglio tutelare. C’è una forte paura. Non abbiamo problemi ad avere una posizione forte. La circolare del Viminale nasce da una richiesta dei sindaci del territorio che hanno posto un tema di sicurezza pubblica: a me non interessa l’abbattimento, basta la cattura. Altrimenti i trentini iniziano ad arrangiarsi, a fare da soli» ha detto al Forum.

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