Macerata, salta il questore «Serve cambio di passo»

A soli 3 mesi dall’insediamento, salta il questore di Macerata Vincenzo Vuono.
È lui il primo a pagare i dieci giorni d’inferno vissuti dalla città, cominciati con la morte atroce di Pamela, proseguiti con la caccia al nero di Luca Traini e finiti con le polemiche sulla manifestazione antifascista, prima cancellata e poi autorizzata.


«Un normale avvicendamento» dicono ufficialmente al Dipartimento della Pubblica Sicurezza sottolineando che assieme al cambio al vertice della questura marchigiana sono stati fatti dal consiglio d’amministrazione del Dipartimento un’altra serie di movimenti. Ma la realtà, di cui è stato informato anche il ministro dell’interno Marco Minniti, è un’altra. «C’era bisogno di un cambio di passo» spiegano fonti qualificate della Polizia.


Aggiungendo che Franco Gabrielli la decisione non l’ha certo maturata questa mattina, quando la notizia è diventata pubblica: già venerdì scorso il capo della Polizia aveva mandato a Macerata il direttore dell’ordine pubblico del Dipartimento, Massimiliano Zanni, per ‘mediarè nell’incontro con i comitati promotori della manifestazione e partecipare al tavolo tecnico che ha messo a punto il dispositivo di sicurezza. E sabato, sempre su decisione di Gabrielli, la gestione della piazza, della disposizione delle forze di polizia in strada e delle eventuali criticità, è stata affidata ad altri due funzionari di Polizia, uno arrivato da Roma e uno da Firenze.


Due mosse che lasciavano già presagire quel «cambio di passo» che si è poi concretizzato questa mattina. Vuono torna dunque a Roma, dove ha trascorso buona parte della sua carriera: dal 1995 al 2012 ha diretto tre commissariati della capitale (Borgo, Primavalle e Salario-Parioli), quello di Tivoli e quello di Ostia, per poi passare all’Ispettorato Vaticano e assumere il suo primo incarico di questore a Isernia. Sostengono fonti sindacali locali che in questura a Macerata la notizia l’hanno appresa solo questa mattina e che sono rimasti molto amareggiati per le modalità con cui il questore è stato mandato via. Anche perchè a Vuono non sarebbe contestata nessuna decisione ‘tecnicà in particolare. Ma è proprio questo, ribadiscono al Dipartimento, il punto: le motivazioni vanno ricercate in un’accezione più ampia della gestione dell’intera vicenda.


Macerata, in sostanza, non è più quella di dieci giorni fa e serve dunque un cambio di passo, con una persona che abbia un’attenzione diversa e un approccio più adeguato alle responsabilità che spettano all’autorità di pubblica sicurezza.
A Macerata arriva quindi il dirigente superiore Antonio Pignataro, fino ad oggi direttore del II servizio della Direzione centrale per i servizi Antidroga. Un ufficio che svolge attività di analisi, sia a livello nazionale che internazionale, sul fenomeno del narcotraffico e sui reati ad esso correlati. Un esperto di lotta alla droga, dunque. E proprio lo spaccio a cielo aperto nei giardini e nelle piazze di Macerata è uno dei problemi più sentiti dai cittadini, che lo hanno detto a gran voce da quando la città è piombata nell’incubo con il ritrovamento del corpo martoriato di Pamela.

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