Il sindaco Andreatta assicura: «Io in sella fino alla fine»

«Trento ha ritrovato il suo spirito e la fiducia nel futuro, come dimostrato dall'impegno nel volontariato portato avanti da tanti concittadini. Il momento non è facile, ma la nostra è un città dove le persone si prodigano per il bene comune, e questo è un grande segno di speranza per il futuro». In occasione dei tradizionali auguri del sindaco alla città, nel pomeriggio di ieri, Alessandro Andreatta ha inteso lanciare un messaggio di vicinanza alle persone in difficoltà, ricordando nel suo breve discorso anche chi soffre e chi si trova in una situazione precaria dal punto di vista economico o lavorativo.
Intervenuto in piazza Duomo, vicino al presepe gigante allestito nei pressi della cattedrale, il sindaco ha preso la parola poco prima dell'arcivescovo di Trento Lauro Tisi , il quale ha invece ricordato il significato religioso del Natale ed ha sollecitato una maggiore attenzione da parte di tutti nei confronti del prossimo.
A margine del saluto, Andreatta ha quindi fatto un bilancio dell'anno in chiusura, dicendosi soddisfatto per il nuovo corso politico avviato all'interno delle istituzioni della città, ed assicurato l'intenzione di proseguire nel proprio mandato fino a fine legislatura, respingendo l'idea di una candidatura alle prossime elezioni provinciali.
«Non ho mai immaginato - ha detto Andreatta - un passaggio alle istituzioni provinciali. Credo di aver fatto la mia esperienza con il Comune, ed una volta finita questa tornerò alla mia professione di insegnante. Ho sempre inteso la politica come servizio, e non credo vi sia nulla di disdicevole nel tornare poi a fare quello che facevo prima».
Sul fronte delle opere pubbliche per il futuro, invece, il sindaco ha rilevato come la città abbia, a suo giudizio, infrastrutture adeguate, mentre sul lungo termine ha commentato il possibile interramento della ferrovia del Brennero come di un avvenimento epocale per la città. «Le risorse pubbliche scarseggiano - ha aggiunto - ma credo che Trento non necessiti di nuove grandi opere, in quanto i servizi attuali sono già eccellenti. La possibilità di interrare la ferrovia, invece, come riemerso in questi giorni, sarebbe un intervento che, al pari dello appostamento dell'Adige, permetterebbe di ricucire il tessuto urbano e di trovare nuovi spazi di vivibilità».
Terminati i saluti pubblici, hanno fatto l'ingresso nella piazza gli ottanta figuranti in costume storico della compagnia «Luci di Pila», di Villamontagna, che, di fronte ad un vasto pubblico, hanno inscenato la Natività e gli antichi mestieri.

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