La morte di Sofia per malaria La Procura: due settimane per poter avere i primi risultati

«Ci vorranno circa due settimane per avere le prime risultanze dell’inchiesta sulla morte della bambina di 4 anni, in seguito alle complicazioni della malaria».

Lo spiega il procuratore capo di Trento, Marco Gallina, titolare del fascicolo per omicidio colposo contro ignoti, aperto in seguito al decesso di Sofia.

«La Procura di Trento, che si avvale della collaborazione dei carabinieri del Nas, valuterà inizialmente attraverso i propri consulenti - ha aggiunto - se il materiale biologico analizzabile è quantitativamente sufficiente per svolgere dei doppi accertamenti, cioè sia da parte dei periti che degli ispettori dell’Istituto superiore di sanità. La collaborazione da parte della magistratura (sul caso ha aperto un fascicolo anche la Procura di Brescia, città dove è morta la bimba) è totale - sottolinea -. Se il materiale biologico, trasferito in un laboratorio specializzato a Verona, fosse quantitativamente insufficiente per svolgere più test, si potrebbe scegliere la strada dell’esame congiunto».

«La Procura - ha proseguito Gallina - valuterà inoltre l’eventualità di una contaminazione degli aghi, così come saranno controllate le cartelle cliniche e infermieristiche, in modo da selezionare anche eventuali testimoni tra gli operatori sanitari coinvolti nei giorni del ricovero della piccola, oltre che per trovare riscontro a quanto dichiarato da subito dall’Apss. Cioè che nessun contatto ematico può essere avvenuto tra pazienti, ovvero tra Sofia e le altre due bambine ricoverate con la malaria nello stesso reparto di pediatria e guarite».
Il procuratore sottolinea poi la «massima collaborazione» fornita dalla famiglia originaria del Burkina Faso, di cui erano quattro le persone ricoverate al Santa Chiara di Trento, «che da anni è ben inserita e apprezzata in Trentino».


Gallina parla anche di quanto scritto su Facebook dal papà della piccola Sofia, a proposito del fatto di avere saputo dai giornali «che il corpo di tua figlia è sotto sequestro e che verrà sottoposto ad autopsia».

«Non volevamo assolutamente invadere la riservatezza e il dolore della famiglia. Si è dato per scontato che fossero stati avvisati del nulla osta e volevamo soltanto accelerare le procedure», si scusa il procuratore.


Interviene anche il presidente del Trentino, Ugo Rossi: «Vorrei fare un appello accorato.
Non sappiamo se domani ci saranno i funerali di Sofia, ma quasi certamente la famiglia intende vivere questo momento con riserbo assoluto. In un momento così particolare, che sia domani o un altro giorno, prendiamoci una giornata per stare tutti zitti, per una fatto che ha colpito tutti noi».

«È un appello - ha aggiunto - che faccio a tutti i trentini e anche ai giornalisti, pensando alla famiglia, che ha subito abbastanza dolore, un dolore non riparabile. Non so se sono arrogante con questo appello, ma non intendo esserlo. Ne abbiamo parlato oggi in giunta provinciale a Trento e abbiamo pensato che questo appello fosse irrituale, ma che fosse da fare».
«Non vuole esserci alcun collegamento - ha concluso - con le prese di posizione politiche territoriali e nazionali, che rispetto, ma che nulla hanno a che vedere con questo».

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