Barcellona, mezzo milione in piazza contro il terrore

Spagna in piazza al grido di «No Tinc Po» (non ho paura) in risposta all’attentato della Rambla.

Alla grande manifestazione unitaria con tutti i leader politici, anche re Felipe VI: è la prima volta per un sovrano spagnolo moderno, anche se non sono mancate contestazioni. Strettissima la sorveglianza della polizia catalana, che ha invitato le decine di migliaia di manifestanti a lasciare a casa zaini e borse per non creare allarme.

Alla manifestazione ha partecipato mezzo milione di persone, secondo i dati della Guardia Civil della capitale catalana.

L’evento si è concluso con l’interpretazione del «Canto degli Uccelli» (El Cant dels ocells, in catalano) di Pau Casals in Placa Catalunya , e poi la partenza di Re Felipe e delle autorità.

Poco prima l’attrice Rosa Maria Sartà e l’attivista Miriamj Habib, il capo coperto da un hijab, hanno letto due testi in catalano e in castigliano per la pace e la convivenza. Non ci sono stati discorsi.

«Dobbiamo fare tutti autocritica, la nostra comunità, lo Stato, e cambiare molte cose», ha detto la sorella di uno dei terroristi islamici uccisi a Cambrils durante una concentrazione di centinaia di persone davanti al Monastero di Ripoll parallela alla grande manifestazione di Barcellona.

La giovane, che ha parlato con il capo coperto da un hijab, è stata interrotta più volte dalle lacrime. Suo fratello Moussa Oukabir è stato ucciso dalla polizia nell’attacco sul lungomare della cittadina catalana, un altro fratello, Driss, è in carcere accusato di essere pure lui membro della cellula creata dall’imam di Ripoll, senza che apparentemente nessuno se ne accorgesse. «I nostri giovani - ha detto ancora la ragazza marocchina - devono sentire che la Catalogna è la loro terra».

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