Legge elettorale, si riducono i collegi uninominali

Meno collegi uninominali, da 303 a 233, ma vincitori garantiti del seggio in Parlamento.

Il tedescum, il testo della nuova legge elettorale, cambia ancora in commissione alla Camera, ma l’emendamento presentato dal Pd sigilla l’intesa a quattro anche con M5S, Fi e Lega.

La prima commissione della Camera è al lavoro per votare i sub emendamenti.

Le proposte di modifica sono in tutto 780, l’obiettivo è votare il testo per l’Aula entro domani.

In questo modo si risolverebbe il problema dei cosiddetti collegi sopranumerari, cioè i casi in cui i candidati dei partiti più grandi pur risultando primi nei rispettivi collegi, non verrebbero eletti.

Il testo su cui era stato trovato l’accordo prevede 303 collegi uninominali ma essi non sono maggioritari, bensì hanno un riparto proporzionale: un po’ come la vecchia legge del Senato in vigore tra il 1948 e il 1992.

Nelle Regioni «monocolore», dove i candidati di un grande partito vincono in molti collegi, qualcuno di essi potrebbe non risultare eletto: infatti tra i vincitori si fa una graduatoria in base alle percentuale di voto ottenuta.

È il caso, per esempio, delle Regioni Rosse per il Pd o di alcune Regioni del Sud (Sicilia) per M5s.

L’emendamento  Ferrari diminuisce il numero dei collegi a 233, cioè quelli del Senato del Mattarellum. In tal modo i collegi sarebbero già definiti, e diminuirebbe la possibilità di collegi sopranumerari.

Naturalmente questo porterebbe un simmetrico aumento degli eletti con i listini proporzionali che salirebbero da 303 a 374.

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