Walter Kaswalder dopo il Patt Nasce «Autonomisti popolari»

di Luisa Maria Patruno

Il consigliere provinciale Walter Kaswalder, espulso dal Patt a gennaio, dopo 44 anni di militanza, non ha alcuna intenzione di farsi da parte. Lo aveva promesso, subito dopo essere stato cacciato e ieri ha annunciato pubblicamente la sua nuova forza politica - per ora un'associazione - in vista delle elezioni provinciali dell'anno prossimo, che ha battezzato «Autonomisti popolari».

Per sottolineare la differenza - nel metodo - tra il Patt guidato da Franco Panizza e la nuova formazione autonomista, Kaswalder ha deciso di sottoporre la scelta del nome, del simbolo e anche i contenuti dello statuto di «Autonomisti popolari» al giudizio dei simpatizzanti che parteciperanno alle 16 assemblee - una per Comunità di valle - che il consigliere ha intenzione di organizzare nelle prossime settimane.

Ieri ha cominciato da Trento (sala della Clarina), dove ha svelato il simbolo, che contiene un fiocco di neve (ma sono state presentate anche altre tre opzioni di cui una con la stella alpina - ma coricata - e un'altra con un profilo di montagne).
Determinato e incurante delle facili ironie sul candido fiocco di neve che si scioglie al sole, Kaswalder vuole proporre soprattutto ai delusi dal Patt, che in queste settimane lo hanno incoraggiato, una nuova formazione autonomista che nasce dal basso. Gli autonomisti popolari si propongono la realizzazione di una «integrale e dinamica autonomia» basandosi sul «diritto naturale, la famiglia tradizionale e l'amore per la nostra terra».

Nello statuto si precisa inoltre che l'associazione si impegna a «proteggere il lavoro locale» in modo che sia data precedenza «ai lavoratori che vivono nella nostra terra». Si giustifica anche l'uso del referendum per l'autodeterminazione, ma solo «nel caso in cui lo Stato decidesse di ridiscutere lo strumento dell'autonomia del popolo trentino e sudtirolese».

Tra le parole chiave scelte da Kaswalder per il movimento ci sono «lavoro e innovazione», «onestà e legalità», «territorio e ambiente». Tra i temi ritenuti prioritari e che saranno sviluppati nelle assemblee c'è la gestione dell'immigrazione, la difesa dei servizi sanitari nelle valli (vedi guardie mediche), e delle case di riposo, la critica all'indicatore Icef che penalizza gli anziani che hanno risparmiato per una vita.

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