Roma, lite fra tassista e autista Resta 2 km aggrappato al cofano

«Ancora non ci credo che possa essere successo. Ero con altri colleghi a Largo di Torre Argentina, al posteggio, quando una macchina ha fatto salire davanti a noi una ragazza. Allora mi sono messo davanti a quella macchina che aveva un’autorizzazione di un comune calabro e ho detto all’autista: falla scendere, tu non puoi caricare qui. L’autista non mi ha risposto, ha ingranato la prima ed è partito. Mi ha investito, mi sono sentito mancare le ginocchia, sono finito sul cofano e ho cominciato a urlare quando è partito».

A parlare è Roberto, il tassista protagonista di una lite con un ncc la notte scorsa a Roma.

«Io avevo paura - aggiunge - perchè quell’uomo non ha rispettato i semafori rossi su corso Vittorio Emanuele e Ponte Umberto, correva con me sul cofano. Anzi, aspettavo i semafori per poter scendere, ma non è successo e per ben due chilometri ho rischiato di cadere o di essere sbalzato via da un’altra macchina, visto che l’autista non rispettava i semafori. Mi tenevo stretto al cofano e ai tergicristalli perchè andava forte. La macchina si è fermata solo perchè fortunatamente c’era la Polizia a via della Conciliazione. Quando sono sceso ho detto all’autista: hai rischiato di ammazzare una persona per qualche euro».

Roberto è ancora scosso: «Sono un padre di famiglia, ho una bimba di 4 anni, non avrei mai dato vita a una colluttazione. La sua macchina non l’ho toccata, lo possono testimoniare le telecamere sulla piazza. La licenza taxi non è nemmeno mia, sono in affitto. La situazione è invivibile, siamo passati da quando i noleggiatori di fuori Roma si nascondevano per lavorare a ora che ti investono pure. Si comportano come se facessero trasporto pubblico. La Lanzillotta non capisce che non si può lavorare così».

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