Orge e sesso in canonica Lo scandalo che scuote Padova

«È una ferita. Anche solo un’ inchiesta o un sospetto di questo tipo è una ferita per la Diocesi intera e in particolare per quella comunità cristiana».

Don Marco Cagol, vicario episcopale della Diocesi di Padova, commenta così, la vicenda di un parroco padovano indagato per violenza privata e favoreggiamento alla prostituzione sulla base della denuncia di una donna.

Una vicenda emersa quando i carabinieri, in esecuzione di un decreto della procura di Padova, hanno compiuto una perquisizione nell’abitazione del sacerdote e, in una stanza chiusa a chiave, avrebbero trovato oggetti per giochi sessuali e materiale informatico attualmente in fase di analisi.

«Il vescovo ha parlato con il sacerdote e lui, concordandolo con il vescovo, si è fatto da parte in attesa che venga fatta chiarezza - ha concluso - evidentemente in questi giorni non è il caso che stia lì in sede. Penso sia normale che in attesa dell’evolversi degli eventi una persona pubblica non stia sotto i riflettori».

Il parroco in questione è don Andrea Contin, ex avvocato fattosi prete, che prima ha attirato su di sè l’attenzione della curia, poi quella dell’autorità di giudiziaria. A far partire quest’ultima inchiesta, lo sfogo di una delle sue amanti con un maresciallo dei carabinieri, al quale ha confessato di avere da tempo una relazione con il parroco dai contorni spesso violenti.

Una storiaccia fatta di rapporti hard, anche con più uomini, orge in canonica, scambisti e giochi erotici: «Facevamo sesso notte e giorno», ha raccontato la donna agli inquirenti. E mano a mano che procedono le indagini, l’«harem» del parroco si fa sempre più numeroso, tanto che si parla di una ventina di parrocchiane coinvolte.



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