Rossi: «Nel 2017 tema chiave è la cooperazione»

di Domenico Sartori

C'è chi, di fronte agli scenari nazionali possibili, a partire dalle elezioni nazionali anticipate, dice che con la manovra finanziaria approvata l'altra sera, la consigliatura provinciale sia finita. «No, calma» dice il governatore Ugo Rossi «c'è ancora un grande lavoro da fare». Prima, però, un bilancio politico della Finanziaria 2017 approvata in modo compatto dalla maggioranza di centrosinistra autonomista.

Presidente Rossi, come valuta il confronto e il risultato in aula?
«È andata come si prevedeva e si poteva intuire...».
Con una «lista della spesa» di emendamenti alla fine in parte accolta...
«Ci sta. Sono emendamenti che valgono un milione di euro, quelli delle minoranze, due quelli di maggioranza. Su un bilancio di 5 miliardi... Non è stato messo in discussione l'impianto, che ha una caratterizzazione fiscale forte a favore di imprese e famiglie».
Molti soldi per le imprese. Se poi il «cavallo non beve»...
«Chiaro che pesa l'andamento economico generale. Come è chiaro che crescono meno le aziende legate al mercato nazionale rispetto a quelle legate al mercato tedesco. Ma i dati più recenti dicono che la fiducia delle imprese trentine è in ripresa. E c'è qualche segnale di riduzione della disoccupazione, che in Trentino - lo ricordo - è più bassa che in Germania. Poi, è chiaro che le statistiche non cancellano le preoccupazioni: la situazione del Sait, l'acciaieria, la ricollocazione degli ex Whirlpool, la fragilità delle piccole imprese... Anche per questo siamo riusciti, con un bilancio in riduzione, a mantenere il livello di spesa nei settori dei servizi alla persona e della coesione sociale. Noi abbiamo i lavori socialmente utili, il "Progettone", che in Alto Adige non c'è».
Torno alla domanda: come valuta il confronto in aula?
«Come sempre, l'apporto più significativo è quello fatto nelle commissioni, dove molte correzioni, proposte anche dalle minoranze, vengono accolte, se non mettono in discussione l'assetto politico della manovra. In aula, qualche scivolamento strumentale, per nulla utile, c'è stato. Il problema è che la politica non è in grado di esprimere contrapposizione sui contenuti, ma su aspetti poco utili».
Manuela Bottamedi dice che la «Buona scuola» è stata demolita...
«No, no. La scelta sugli ambiti di reclutamento, il rinvio anche su sollecitazione del sindacato e in considerazione dei ripensamenti a livello nazionale, viene da me. Ci confronteremo con il sindacato: faremo degli ambiti alla trentina che, vedrete, funzioneranno meglio che altrove».
Quindi non è vero che la consigliatura sia finita con questa manovra?
«Mah, no. C'è un sacco di cose da fare. Entro la prossima settimana arriverà la delega sulla giustizia, che è regionale ma ci chiederà di lavorare come Provincia. C'è da completare il percorso per la concessione dell'A22. E, soprattutto, nel 2017, dovremo affrontare il tema della struttura della nostra economia...».
Vale a dire?
«Mi riferisco alla cooperazione, non solo di consumo. Ci interessa capire l'evoluzione del nascente gruppo cooperativo del credito. La cooperazione è troppo importante per la nostra economia. Sono questioni non così strettamente appariscenti, sul piano politico, ma che richiedono molto impegno. Dovremo inoltre portare a casa la legge sulla semplificazione di rapporti tra pubblica amministrazione e cittadini e rimettere in pista altri investimenti?
Come?
«Con una ulteriore pulizia del bilancio, per fare più cose con gli stessi soldi».
Quali investimenti?
«Alcuni strategici, con l'assestamento, come la circonvallazione di Rovereto».

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