Rossi al Sait: «Nessun tavolo con Dalpalù»

La Provincia di Trento non si siederà ad alcun tavolo con il vertice del Sait. Un conto è annunciarlo a parole, un conto è metterlo per iscritto.

E metterci in calce la firma, di peso, quella del presidente della Provincia. Poche righe che mettono in un cul de sac il presidente del Sait, Renato Dalpalù.

La lettera che Ugo Rossi gli ha recapitato ribadisce un concetto che il presidente ha già espresso nei giorni scorsi su l'Adige , dopo che Dalpalù e il direttore del consorzio di consumo, Luca Picciarelli , avevano annunciato il «taglio» di 130 dipendenti, sui 400 in organico presso la sede: «Non si possono fare tavoli dove l'unico argomento è la riduzione del personale. Nel momento in cui ci sono lavoratori a rischio di perdere il posto, mettiamo in campo per il Sait, come per tutte le imprese, tutti gli strumenti disponibili in termini di ammortizzatori sociali. Ma non possiamo prevedere strumenti straordinari se non ci sono sul tavolo tutti gli elementi».

La lettera a Dalpalù conferma la linea: la Provincia non intende affatto aprire un confronto con il Sait, e quindi non assumerà alcuna decisione, se prima il Sait non chiarirà la sua strategia. Del resto, Dalpalù ha fin qui parlato di «tagli inevitabili», ma mai ha indicato, né ai dipendenti, né al sindacato, né alla Provincia, le linee di un piano industriale che ridefinisca gli assetti del consumo e dei rapporti con le Famiglie cooperative, e tracci una prospettiva di futuro.

Neanche una parola sul destino delle centinaia di punti vendita periferici e sulle possibili modalità innovative di servizio ai consumatori delle vallate attraverso le moderne strategie digitali. Ecco perché Rossi ha nella sostanza ripetuto, per iscritto: è tempo di giocare a carte scoperte. E se nella Provincia Dalpalù vorrà avere un interlocutore dovrà farlo: alla reticenza sul piano industriale per evitare di anticipare strategie future alla concorrenza, in piazza Dante non danno credito.

L'assessore allo sviluppo economico e al lavoro, Alessandro Olivi , non ha firmato la lettera a Dalpalù. Ha invece risposto ai segretari di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil che alla Provincia hanno chiesto di partecipare ad un tavolo istituzionale di confronto con Sait e Federcoop.

«La Provincia autonoma di Trento» ha scritto Olivi «è disponibile a partecipare ad un Tavolo di confronto che affronti principalmente e prioritariamente il tema delle prospettive della cooperazione di consumo sul territorio e degli strumenti che possano essere condivisi per il rafforzamento competitivo del consorzio Sait. In questo contesto» aggiunge Olivi «si ritiene che il confronto debba coinvolgere oltre alla Provincia anche la Federazione trentina della cooperazione e che qualsiasi ipotesi di lavoro debba essere accompagnata dalla tutela dell'occupazione». Due lettere. Due firme. E una domanda inevitabile: quale firma pesa di più, quella di Rossi o quella di Olivi?

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