Le guardie mediche tagliate, scoppia la rivolta I sindaci annunciano battaglia, Zeni: non si cambia

di Giorgia Cardini

I sindaci della valle di Cembra e di altre aree del Trentino promettono battaglia: la chiusura, dall’autunno, di 13 punti di Guardia medica e l’apertura a singhiozzo di altri 3 solo nelle stagioni turistiche, sui 34 esistenti in tutto, decisa dalla giunta provinciale e attuata dall’Azienda sanitaria, non passerà senza che siano messe in campo tutte le azioni possibili per contrastare un taglio considerato ingiusto e pericoloso.
 
È questa la decisione scaturita dalla affollata riunione organizzata martedì sera a Segonzano, Val di Cembra, dal sindaco Pierangelo Villaci: al suo invito hanno risposto in massa i sindaci della valle di Cembra ma anche una ventina di amministratori comunali provenienti da altre zone del Trentino toccate dal ridimensionamento del servizio, i consiglieri provinciali Walter Kaswalder (Patt), Rodolfo Borga (Civica Trentina), Maurizio Fugatti (Lega nord), Claudio Cia (Agire) e moltissimi cittadini, tanto che neppure il teatro dove si è poi fatto l’incontro ha contenuto tutti. Presente anche l’intero vertice della Comunità di Valle: oltre a Villaci, che tra le sue competenze ha proprio le Politiche sanitarie, anche il presidente Simone Santuari e la vicepresidente Patrizia Filippi. 
 
Ma il dibattito è stato monco: non c’erano infatti né l’assessore provinciale alla Salute Luca Zeni, che ha avviato la contestata riorganizzazione, né alcun dirigente dell’Azienda sanitaria. Cosa che ha fatto imbestialire il sindaco di Segonzano: «Ricordo a Zeni che, anche se molto alla lontana perché viene dalla Margherita, è un pronipotino di Enrico Berlinguer, che con la gente si confrontava sempre». Zeni ha invece inviato una lettera di tre pagine a tutti i sindaci, datata 29 agosto (qui sotto il testo), che Villaci ha letto, smontando però le motivazioni poste alla base del ridimensionamento delle guardie mediche: «Contestiamo completamente la visione proposta dall’assessore, che dice che bastano 118, medici di continuità ed elicottero: questo è un servizio essenziale, sancito per legge, che parla di una guardia medica ogni 5.000 abitanti, mentre qui ce ne sarà una per 11.000 (Zeni parla invece di un medico di continuità asssistenziale ogni 5.000 abitanti, non di un presidio, ndr). La Provincia, governata da un partito che dovrebbe essere custode “delle valli”, il Patt, sta invece togliendo proprio alle valli tutti quei servizi che giustificano l’autonomia speciale». 
 
A Segonzano sono state raccolte già oltre 500 firme a difesa della guardia: «La chiusura totale o parziale di 16 sedi - ha poi detto Villaci - comporterà un risparmio di 2,5 milioni, una briciola in un bilancio provinciale che prevede una spesa di oltre 330 milioni (se basteranno) per un inutile nuovo ospedale, il Not: per costruirlo, sarà ingessato il bilancio per dieci anni, tagliando i servizi essenziali alla popolazione». 
Una decisione politica inaccettabile per Villaci, ma anche per i tanti in sala che hanno condiviso la protesta partita da Segonzano. Nei prossimi giorni, dunque, la messa a punto delle azioni promesse.
 
E un impegno per mantenere il servizio di guardia medica nel capoluogo della Val di Sole lo ha chiesto anche il sindaco di Malé, Bruno Paganini, ai colleghi amministratori a margine del consiglio della Comunità della valle di Sole. Il primo cittadino di Malé ha voluto così invitare i consiglieri e il comitato di Comunità a prendere una posizione formale sul riassetto del servizio. L’assessore provinciale alla Salute Luca Zeni ha infatti ufficializzato la sospensione del servizio di guardia medica a Malé nei mesi di maggio, ottobre e novembre. 
«Dai dati che ci sono stati forniti - ha commentato Paganini - la Val di Sole non dovrebbe essere tra quei territori penalizzati. Inoltre, il risparmio, mi pare, non giustifica la scelta perché i cittadini utilizzano il servizio. Credo, quindi, che questo servizio debba continuare a essere garantito con il sostegno di tutti i primi cittadini della Val di Sole e chiedo che la Comunità di valle approvi una mozione in questo senso». 
 
L’invito è stato accolto dall’assemblea. 
 
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