Dalle banche italiane tra il 2013 e marzo 2016 sono usciti quasi 12mila lavoratori e altri 16 sono pronti a uscire entro i prossimi 4 in base agli accordi sindacali sugli ultimi piani industriali. Gli sportelli bancari erano 34.036 nel 2010 e ora sono 30.064. A fotografare la situazione del settore bancario è la Fabi che sottolinea come siano i lavoratori a pagare i costi della crisi del settore. In 10 anni i prepensionamenti volontari hanno già riguardato 60 mila persone e, secondo il segretario generale del sindacato Lando Maria Sileoni, sarebbe possibile gestire il problema occupazionale dei prossimi 3 anni consentendo l'uso dei fondi Naspi pagati dagli istituti per finanziare l'allungamento della permanenza da 5 a 7 anni dei lavoratori nel fondo esuberi.

Per quanto riguarda i principali gruppi bancari, Monte dei Paschi di Siena in tre anni ha prepensionato 4.500 lavoratori, 1000 gli esternalizzati, 500 in pensione; altri 2.516 sono previsti nel piano 2013/17. Per quanto riguarda Unicredit, in tre anni è prevista l'uscita volontaria di 4.100 lavoratori. Nel piano 2015-18 altre 6.135 eccedenze. Intesa San Paolo, invece, dal 2013 al 2016 ha prepensionato 3.540 dipendenti e ne ha pensionati altri 987. Nel piano 2014/'20 previste 1.018 uscite. Gruppo Ubi: in tre anni prevista l'uscita di 1860 dipendenti; altri 2.750 nel piano 2017/2020. Gruppo Bper: dal 2013 al 2016 usciti 536; altri 585 esuberi nel piano 2015-17.

Bnl, invece, dal 2013 al 2016 ha prepensionato 554 lavoratori, in pensione altri 533. Nel piano 2014-16 previste altre 527 uscite. Per quanto riguarda le popolari, infine, il gruppo di Vicenza segnala tra il 2013 e il 2016 102 lavoratori usciti; 605 nel piano industriale 2015/'20. Banca Popolare Bari: tra il 2013 e il 2016 sono 136 o prepensionamenti e 15 i pensionamenti. Gruppo Cariparma: in 3 anni 439 lavoratori usciti; il piano 2016/'19 prevede altre 300 uscite. Infine Carige: 2013-2016 usciti 325 dipendenti; 351 nel piano industriale 2019-20.