Il prete sgozzato in Francia Il Papa: «No all'odio, preghiamo»

Sgozzato nel cuore dell'Europa, nella sua piccola chiesa, mentre celebrava messa. La notizia del barbaro assassinio di padre Jacques Hamel, l'anziano parroco di Saint-Etienne-du Rouvray, vicino a Rouen, lascia sgomenta la chiesa cattolica, dal Vaticano fino a Cracovia, dove oggi è atteso il Papa per la Giornata Mondiale della Gioventù. Il pontefice, che ha ricevuto anche la telefonata di cordoglio del presidente francese Francois Hollande, è tra i primi ad esprimere il suo «dolore» e l'«orrore» per quella che definisce una «violenza assurda». Francesco invita alla preghiera ma esprime anche «la condanna più radicale di ogni forma di odio».

E nel messaggio di cordoglio, inviato all'arcivescovo di Rouen, mons. Dominique Lebrun, si sottolinea il turbamento «per il fatto che quest'atto di violenza sia avvenuto in una chiesa durante una messa, liturgia che implora Dio per dare la sua pace nel mondo».

«Il Signore ispiri a tutti pensieri di riconciliazione e fraternità in questa nuova prova», dice ancora il Papa nel telegramma, a firma del Segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin. «Sua Santità Papa Francesco - si legge ancora nel messaggio all'arcivescovo di Rouen - assicura la sua vicinanza spirituale e si associa alla preghiera e alla sofferenza delle famiglie e al dolore della parrocchia e della diocesi di Rouen. Invoca Dio Padre di misericordia, affinché accolga padre Jacques Hamel nella pace della sua luce e affinché porti conforto alle persone ferite». 

Padre Hamel con i suoi 84 anni, gran parte dei quali dedicati alla Chiesa, era un parroco di periferia, di campagna, in una tranquilla Normandia, lontana anche dai circuiti turistici. I vescovi francesi, molti dei quali in Polonia, sono sotto shock. Se monsignor Georges Paul Pontier, presidente della conferenza episcopale, confida di aver chiesto al presidente Hollande, che lo ha informato di persona dell'accaduto, se la notizia fosse vera «perché era inimmaginabile», il vescovo di Rouen ha lasciato i suoi giovani della Gmg a Cracovia per correre nella sua diocesi ferita, per stare accanto ai parrocchiani di quella piccola chiesa.

«Lascio qui - ha detto - centinaia di giovani che sono il futuro dell'umanità. Chiedo loro di non arrendersi alla violenza e a divenire apostoli della civiltà dell'amore». Per tutti questo è il momento «di costruire ponti, non muri», come detto da Pontier, di rispondere alla violenza con la preghiera e l'«accoglienza».

E anche la Conferenza Episcopale Italiana, sempre da Cracovia, sottolinea «ancora una volta, il messaggio evangelico e l'esperienza della Chiesa diventano motivo per non arrendersi a logiche di chiusura o di vendetta, ma per costruire, con una rinnovata testimonianza di fede, una società riconciliata e aperta alla speranza».
In nessun commento in arrivo da esponenti ecclesiastici si fa riferimento ai fondamentalisti islamici, che pur hanno rivendicato l'attacco, per sottolineare che non è la religione a creare divisioni.
Da ieri in tutta la Francia sono state convocate messe per ricordare padre Hamel: a Rouen, ma anche a Lione ieri pomeriggio, e oggi a Parigi, mentre per venerdì 29 i vescovi francesi hanno chiesto ai cattolici una giornata di preghiera e digiuno.
A Cracovia, invasa dai giovani che oggi saluteranno Papa Francesco, la messa inaugurale, presieduta dal card. Stanislaw Dziwisc, vescovo della città e storico segretario di Papa Wojtyla, è stata dedicata al parroco francese ucciso.

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