Multe dai 2.500 ai 10 mila euro e carcere per i clienti delle prostitute

Proposta di legge di un gruppo di deputati, presentata nell'Auletta dei Gruppi dalla prima firmataria, Caterina Bini del Pd insieme alla Comunità Giovanni papa XXIII ed a un gruppo di scout dell'Agesci

Punire il cliente con una multa da 2.500 a 10.000 mila euro e in caso di reiterazione del reato anche con la reclusione. È in sintesi la proposta di legge di un gruppo di deputati, presentata oggi nell'Auletta dei Gruppi dalla prima firmataria, Caterina Bini del Pd insieme alla Comunità Giovanni papa XXIII e a un gruppo di scout dell'Agesci attivi come volontari contro il fenomeno della tratta e della prostituzione in particolare.

La proposta è stata firmata da diversi deputati, di area trasversale, come Maurizio Lupi di Area popolare e Gianni Melilla di Sinistra italiana ed è costituita da un solo articolo che andrebbe a modificare la cosiddetta legge Merlin sullo sfruttamento della prostituzione.

«Con l'introduzione del reato di acquisto di servizi sessuali - spiega la proposta di legge - si mira a eliminare la prostituzione in quanto essa incentiva la tratta di esseri umani e viola la dignità delle donne. Si interviene direttamente sulla domanda, cioè sui clienti» mentre «resta naturalmente esclusa la punibilità della persona che abbia esercitato la prostituzione».

In sostanza, ha spiegato Bini nella conferenza stampa, «si tratta di adottare il modello nordico che ha già dato ottimi risultati in Svezia, in Norvegia, in Islanda e Irlanda del Nord». «Questo modello è stato di recente adottato anche in Francia - ha aggiunto Bini - e raccomandato da una risoluzione del Parlamento europeo. Sia l'Inghilterra che l'Irlanda stanno valutando la sua adozione e altri stati non europei, tra cui il Canada da tempo si sono allineati per una legislazione sanzionatoria nei confronti degli acquirenti».

Bini ha ricordato anche come nei Paesi dove la prostituzione è regolamentata, il numero di prostitute "pro capite" è maggiore rispetto agli altri Paesi per cui la legalizzazione porta a un aumento della domanda. "Nessuno del M5S ha voluto per ora firmare questa proposta - ha detto Bini -, ci hanno detto che la guarderanno e la valuteranno con attenzione. Ovviamente se lo faranno saranno i benvenuti. Noi speriamo che la proposta possa avere la più ampia trasversa

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