Campagna contro le chiamate indesiderate

#nondisturbarmi in poche ore registra migliaia di adesioni di utenti esasperati

Basta con le chiamate a raffica mentre si è in riunione, sotto la doccia, a spasso col cane, sul lettino del medico, o peggio, a controllare i compiti dei bambini. Insomma in tutte quelle situazioni personali e a volte delicate durante le quali non si ha certo voglia di contrattare con un operatore l'acquisto di un nuovo strabiliante servizio telefonico o l'offerta imperdibile di un'enciclopedia a prezzi stracciati.

Così la campagna #nondisturbarmi lanciata dall'Unione Nazionale Consumatori in poche ore registra migliaia di adesioni di utenti esasperati dall'ennesimo squillo di cellulare degli operatori del «teleselling selvaggio».

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La campagna dell'Unc, sostenuta anche da Cittadinanzattiva, Mdc e Udicon, è presente sui social attraverso l'hashtag #nondisturbarmi. «Nei primi due giorni, abbiamo già superato 3000 sottoscrizioni alla nostra campagna #nondisturbarmi e siamo solo all'inizio», spiega Massimiliano Dona (Unc), che traccia un primissimo bilancio della petizione sulle chiamate indesiderate. La richiesta dell'associazione è un «teleselling rispettoso della privacy e delle persone e per questo si propone una seria riforma del sistema call-center». Questi in sintesi i punti chiave della petizione «Stop chiamate indesiderate»: si chiede innanzitutto l'introduzione di un meccanismo di corresponsabilità tra l'azienda che avvia la campagna e il call-center che fa le telefonate (per evitare rimpalli di responsabilità e di dover perseguire piccoli call-center con sede all'estero), prevedendo anche a carico del promotore attività di monitoraggio per evitare angherie telefoniche.

La petizione può essere sottoscritta qui.

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