La Carta di Fontecchio: un futuro per le aree protette

Oggi, martedì 5 aprile, alle ore 9 a Roma (piazza della Enciclopedia italiana 4) verrà presentata la «Carta di Fontecchio» per dare un futuro ai parchi e alle aree protette in Italia.

È il documento sul ruolo delle aree protette e l’attualità della Legge 394 del 1991 elaborato da Cts, Fondo ambiente italiano, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Lipu, Mountain Wilderness, Tci e Wwf dopo l’incontro nazionale «Parchi capaci di futuro», tenutosi a Fontecchio (L’Aquila) nel 2014.

«In un’epoca di grave crisi ecologica, sociale e culturale, in cui tuttavia si fa strada una maggiore consapevolezza dell’importanza del patrimonio naturale - si legge nella premessa al documento - le aree naturali protette debbono essere vissute – non a parole ma nei fatti – come uno degli assi portanti dell’intera politica ambientale ed economica della Nazione: punto di riferimento ideale ed operativo per andare oltre uno sviluppo centrato su logiche mercantilistiche di corto respiro, aggressive e prive di ogni dignità culturale».

Fra i punti più importanti della Carta di Fontecchio, il principio della natura come bene comune integenerazionale, la tutela del patrimonio naturale e culturale come opportunità straordinaria e non spesa improduttiva, la tutela della biodiversità e la difesa del paesaggio naturale e la promozione di una cultura della sostenibilità, il coinvolgimento dei cittadini e le popolazioni locali protagoniste della gestione, la connessione ecologica delle aree protette in una rete.

Al Parlamento, impegnato nel dibattito sulla nuova legge sulle aree protette, si chiede di «abbandonare le visioni anguste e riduttive che ispirano l’attuale corsa alle modifiche della legge e di avviare un processo riformatore, ampio, coraggioso e trasparente, che conduca alla elaborazione di una o più leggi organiche sulla conservazione della natura in tutte le sue possibili declinazioni».

Alle Regioni, i promotori della Carta chiedono «di impegnarsi coraggiosamente per le aree protette che rappresentano un elemento strategico delle loro politiche di gestione del territorio» e ai Comuni «di assolvere fino in fondo, con lealtà e intelligenza, al proprio ruolo di protagonisti nella gestione dei parchi nazionali e regionali».

comments powered by Disqus