Travolge i ciclisti, uno muore Primo caso di omicidio stradale

Travolge un gruppo di ciclisti uccidendone uno e fugge via «per paura», come ha ammesso ore dopo quando si è presentata in caserma dai carabinieri che l’hanno denunciata per omicidio stradale. Si tratta, probabilmente, del primo caso del genere da quando, due giorni fa, è entrata in vigore la nuova legge che prevede - in caso di condanna - una pena non inferiore a cinque anni per essersi data alla fuga dopo l’incidente.

L’episodio è di questa mattina: un gruppo di ciclisti, tutti ultrasessantenni, si sta allenando lungo la via Aurelia, una delle più insidiose e trafficate strade consolari a sud della Capitale. Hanno approfittato del soleggiato sabato di Pasqua per una sgambata, quando all’improvviso - all’altezza del chilometro 17, in zona Castel di Guido - un fuoristrada di colore bianco, probabilmente in fase di sorpasso, li investe e fugge via. Tre di loro restano a terra, due in gravi condizioni, uno invece senza particolari conseguenze. Un altro amatore, un 76enne, viene invece sbalzato in un dirupo da dove viene imbracato e trasportato in ospedale dall’eliambulanza. Purtroppo morirà qualche ora dopo all’Aurelia Hospital.

I suoi due amici, di 68 e 71 anni, sono invece ancora ricoverati in gravi condizioni al San Camillo. La donna, una 52enne della zona sulle cui tracce si erano già messi i vigili urbani, si presenta più tardi alla caserma dei carabinieri di Montespaccato: i militari la denunciano per omicidio stradale. Sottoposta ai test per alcol e droga, è risultata negativa.

Invoca una «punizione esemplare» l’associazione dei consumatori Codacons. «Occorre prima di tutto rieducare gli automobilisti, che fino ad ora potevano farla franca e cavarsela senza scontare nemmeno un giorno di galera anche in caso di uccisione di ciclisti e pedoni, - afferma il presidente Carlo Rienzi - poi, attraverso l’applicazione delle nuove disposizioni normative, un pugno di ferro contro i criminali della strada che deve servire da deterrente e ridurre il numero di incidenti in città».

Sull’incidente è intervenuta anche l’associazione «Salvaiciclisti» che ha definito la donna alla guida del suv «incosciente e criminale». Questa «gentaglia - scrive - probabilmente tornerà alla guida come se niente fosse, invece di essere interdetto per sempre all’uso dell’arma automobile».



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